La tredicenne, di origini nigeriane, ha detto di essere stata avvicinata alle 21.30 della sera di sabato, da uno dei due giovani (entrambi suoi connazionali) che le ha strappato dalle mani il cellulare: lei lo ha inseguito e, quando sono arrivati sotto la casa di lui, questi l'ha trascinata nel suo appartamento, dove in breve è arrivato l'altro. La ragazzina ha riferito di avere subito abusi sessuali da parte di entrambi.
Soltanto alle 6 del mattino, mentre i due dormivano, la ragazzina ha avuto la forza di recuperare il cellulare e scappare a casa dalla famiglia, che nel frattempo aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri di Cantù. Lei non ha raccontato subito in casa quello che era successo: solo lunedì pomeriggio, al ritorno da scuola, ha avuto la forza di parlare della violenza sessuale con la mamma.
La madre e due familiari sono subito andati a casa dei due, dove è nata una colluttazione che ha richiamato una pattuglia della Polizia.
I due presunti violentatori sono stati portati in Questura, mentre la ragazza è andata in ospedale, dove i sanitari hanno confermato la violenza sessuale. Contestualmente i poliziotti hanno acquisito nell'appartamento teatro della violenza gli indumenti e le lenzuola che presentavano tracce ematiche e biologiche. Sentito il Pm, la polizia ha disposto il fermo dei due per atti sessuali con minorenne.