Regina Elisabetta, la bara era pronta da 30 anni. Il feretro in volo verso Londra. Gaffe sul carro funebre

Regina Elisabetta, il feretro vola a Londra da William e Kate. La bara? Pronta da 30 anni, gaffe sul carro funebre
Regina Elisabetta, il feretro vola a Londra da William e Kate. La bara? Pronta da 30 anni, gaffe sul carro funebre
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Martedì 13 Settembre 2022, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 14:09

La bara della Regina Elisabetta era pronta da 30 anni. Ieri a Edimburgo è stata aperta la camera ardente con Carlo III e gli altri 3 figli della regina che in serata si sono schierati ai lati del feretro della madre per un primo turno di veglia. File chilometriche di scozzesi che hanno voluto dare l'ultimo saluto alla sovrana si sono snodate attorno alla Cattedrale di St Giles. Stasera la scena si sposterà a Londra: da domani a domenica l'esposizione del feretro di Elisabetta al Westminster Hall. Il feretro volerà a bordo di un RAF C17 e sarà accolto a Buckingham Palace dal Principe di Galles William e la principessa Kate, insieme al re Carlo.

La bara costruita 30 anni fa in legno di quercia inglese

 

La bara in cui giace il corpo di Elisabetta II è pronta da più 30 anni.

Lo scrive Il Messaggero, che riporta anche come una storia a metà tra realtà e leggenda sostenga che furono la Regina e il principe Filippo a scegliere personalmente l'albero con cui sarebbero state costruite le loro dimore eterne. Si tratta di legno di quercia inglese, estremamente pregiato e resistente. La bara è poi foderata di piombo, che consentirà una miglior conservazione del corpo: così anche quelle del consorte e di Lady Diana. 

Il carro funebre su auto tedesca

Agli osservatori più attenti non sarà sfuggito che l'auto su cui viaggia il feretro reale non è britannica, bensì tedesca. Elisabetta II ha sempre e solo usato Rolls-Royce, Bentley, Jaguar e Land Rover. Ci si chiede se non sarebbe stato più opportuno scegliere una vettura "locale". Inoltre, sul vetro del carro funebre è ancora ben visibile l'adesivo con la pubblicità dell'agenzia. 

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