Quante leggende sul sistema tutor
Ecco cosa sapere per evitare multe

Quante leggende sul sistema tutor Ecco cosa sapere per evitare multe
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Giovedì 13 Luglio 2017, 20:53 - Ultimo aggiornamento: 22:33
ROMA - Ci avete fatto caso anche voi? La velocità in autostrada è diminuita come è diminuito il numero delle automobili che sfrecciano ben al di sopra del limite di velocità. Il merito è anche del Tutor, nome con il quale ormai comunemente vengono indicate le apparecchiature del “Sistema informativo per il controllo della velocità”. “Tutor attivo” leggiamo sui messaggi a pannello variabile in moltissimi tratti autostradali (sono ormai 333) e istintivamente diamo un’occhiata al tachimetro per essere sicuri di non avere il piede troppo premuto.

Alcuni automobilisti frenano, pessima abitudine e del tutto inutile, perché le apparecchiature calcolano solo la velocità media dei veicoli su un tratto autostradale di lunghezza variabile. Teoricamente potrebbero funzionare anche per rilevare la velocità istantanea, ma la Polizia Stradale - che si occupa di programmarne l’attivazione – li tara solo sulla velocità media. In buona sostanza si transita tra due “portali” e si entra nel raggio di azione delle telecamere e di sensori collocati sotto l’asfalto. I tratti sono lunghi dai 10 ai 25 km ed è inutile di sperare di abbassare la media fermandosi all’Autogrill perché sono in azione dove non ci sono “vie di uscita” e sempre fuori da aree di sosta. Il sistema Tutor abbina la targa e il tipo di veicolo rilevati all’entrata del portale con quelli dell’uscita e ovviamente tiene conto se si tratti di un camion, di un pullman o di una automobile.

L’intestatario del veicolo il cui conducente ha sforato i limiti viene individuato automaticamente dal database della Motorizzazione e la multa – a cura della Polizia Stradale - arriverà subito dopo. Inutile sperare di farla franca spostandosi, in prossimità del varco, in corsia di emergenza: all’inizio non c’erano i sensori, ma adesso sono posizionati su tutta la carreggiata e a viaggiare sulla corsia di emergenza si commette una grave infrazione sanzionata con la multa e la sospensione della patente. Che non funzionino di notte o con la pioggia è una leggenda metropolitana, così come è una leggenda che non rilevino la velocità oltre i 250 km\h Ci aveva creduto un automobilista che ha provato a spingere l’acceleratore fino a 295 km\h e ha pagato in maniera assai salata la sua scarsa fiducia nella taratura del Tutor. Alcuni - ingannati dall’inclinazione delle telecamere - credono che passare sotto il varco in entrata su una corsia e uscire su un’altra (o magari procedere a cavallo della striscia) impedisca l’abbinamento delle targhe: in realtà le telecamere non lavorano in parallelo, ma sono tutte connesse tra di loro. Non c’è verso di sfuggire all’occhio che ci sovrasta! Comunque il Tutor è un sistema apprezzabile, posizionato in maniera visibile e trasparente su strade che hanno dei limiti ragionevoli, ovvero 130 km\h come quelli delle nostre Autostrade. Gli effetti benefici in termini di riduzione della incidentalità e delle vittime si sono fatti sentire. Vogliamo invece parlare di un argomento molto caro all’ACI e molto sentito da tutti gli automobilisti? Si, i famigerati Autovelox, quelli che servono solo a rimpinguare le casse esauste dei Comuni, e non alla sicurezza degli automobilisti. Più volte il Presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani è intervenuto su questo argomento, denunciando senza giri di parole l’uso abnorme di questi strumenti e arrivando a denunciare un Comune che in un anno aveva incassato 5 milioni di euro con un Autovelox che non si vedeva. Non bisogna dimenticare che il fine è quello di migliorare la sicurezza delle strade, non di arricchirsi alle spalle degli automobilisti. Quante volte gli autovelox sono piazzati su strade diritte, prive di insidie e dove la velocità è fissata arbitrariamente su limiti assurdamente bassi? Oppure dopo i lavori di miglioramento, i limiti – chissà perché – restano quelli di prima e gli autovelox pure. “Strada sotto controllo di velocità” ripetono ossessivamente cartelli stradali piazzati a caso un po’ ovunque e dove è evidente che non c’è nulla, mentre l’Autovelox semi-nascosto quello sì che funziona e produce denaro sonante per l’Ente locale che lo ha posizionato. Se ne parla da molto tempo, e nulla succede, anzi il fenomeno sembra in aumento. Non resta da augurarsi che il protocollo di intesa tra tutti gli Enti interessati caldeggiato dall’ACI veda finalmente la luce. Nel frattempo, vigilate, gente, vigilate…
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