Nessuna guerra totale a Kiev, ma solo la necessità di «denazificazione» e liberazione delle popolazioni oppresse in Ucraina. Il disco del Cremlino sull'invasione non cambia. A due mesi dall'inizio della guerra, continuano però a essere diverse le ipotesi sui veri obiettivi della Russia. Secondo Zelensky l'idea di Putin è attaccare l'Europa e la Nato, ma al momento non ci sono prove a dare man forte alle sue parole. Restando ai fatti e alle dichiarazioni di Mosca, l'obiettivo principale è chiaro: prendere possesso del Donbass. Ma lo zar, qualora dovesse riuscirci, vorrà fermarsi?
Rustam Minnekayev, vice comandante delle forze del Distretto Militare Centrale della Russia ha dichiarato che tra gli obiettivi c'è anche «l'Ucraina meridionale». Il generale ha spiegato che «sarebbe anche un corridoio verso la Transnistria, dove si registrano casi di oppressione della popolazione di lingua russa». Parole che sono state recepite con una certa preoccupazione dall'Occidente. Se la strategia fosse davvero quella descritta da Minnekayev, svelerebbe la volontà di dare forma alla cosiddetta "Novorussia", un concetto storico-nazionalista di cui si è parlato poco e citato soprattutto dai separatisti filo-russi.
Il progetto di Putin in Ucraina
L'antico concetto di Nuova Russia (o Novorossia) era stato rispolverato nel 2014 da Pavel Goubarev, uno dei leader separatisti filo-russi del Donbass.
Per Carole Grimaud-Potter, professoressa di geopolitica della Russia all'Università di Montpellier e all'Istituto Diplomatico di Parigi, questa dichiarazione «fa emergere tra i nazionalisti russi il desiderio di vendetta, di riconquistare i territori perduti, che è una costante da diversi anni». Questa dichiarazione potrebbe quindi offrire un importante spunto strategico per quella che la Russia continua a chiamare “operazione militare speciale”.
La strada verso la Transnistria
Per raggiungere l'obiettivo di costruire la Novorossia, dopo aver preso il Donbass, Mosca dovrebbe prendere Mikolaiv - già colpita duramente dai bombardamenti - e proseguire verso Odessa, importante porto sul Mar Nero, fino alla Moldavia. Un'avanzata che appare molto complicata dagli ultimi progressi ai quali stiamo assistendo nell'Ucraina orientale. La Russia avanza a fatica e non sembra riuscire a scalfire l'esercito ucraino come vorrebbe, anche grazie al supporto degli stati alleati (tra cui l'Italia), che continuano a inviare armi che frenano l'espansionismo russo. Se, dopo lunghe battaglie e diverse macerie rimaste alle spalle, la Russia dovesse riuscirci, priverebbe l'Ucraina dello sbocco sul mare e taglierebbe i contatti di Kiev con il confine Nato della Romania.