Putin ordina la censura di stato: stop a tv e giornali indipendenti. Poi blocca Facebook: «I nostri media sono discriminati»

La Bbc ha sospeso temporaneamente il lavoro dei suoi giornalisti da Mosca in risposta a una nuova legge che minaccia di incarcerare chiunque ritenga che la Russia abbia diffuso notizie «false» sulle forze armate

Putin ordina la censura di stato: stop a tv e giornali indipendenti. Poi blocca Facebook: «I nostri media sono discriminati»
Putin ordina la censura di stato: stop a tv e giornali indipendenti. Poi blocca Facebook: «I nostri media sono discriminati»
8 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Marzo 2022, 20:27

L'Autorità russa per le comunicazioni, la Roskomnadzor, ha annunciato il blocco di Facebook in Russia. Lo riporta l'agenzia russa Interfax. Sul proprio sito web l'agenzia ha giustificato il blocco perché «ci sono stati casi di discriminazione nei confronti dei media russi da parte del social network: da ottobre 2020 si sono verificati 26 incidenti di questo tipo», ha affermato la Roskomnadzor. «Negli ultimi giorni, il social network ha limitato l'accesso agli account del canale televisivo Zvezda, dell'agenzia di stampa Ria Novosti, di Sputnik, di Russia Today, di Lenta.ru e Gazeta.ru», afferma il report. Secondo l'agenzia «le azioni di Facebook violano la legge "Sulle misure per influenzare le persone coinvolte in violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, dei diritti e delle libertà dei cittadini della Federazione Russa».

Si tratterebbe quindi di una risposta al giro di vite dei principali Big dell'hitech nei confronti della Russia di Putin, sempre più isolata anche dal mondo tecnologico. Meta, il colosso sotto il cui cappello ci sono Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, ha preso così posizione sull'Ucraina oscurando la propoganda del governo russo. 

Facebook risponde

«Presto milioni di cittadini russi si troveranno tagliati fuori dalle informazioni attendibili, privati della loro modalità quotidiana di connettersi con famiglie e amici e silenziati. Continueremo a fare il possibile per rendere i nostri servizi nuovamente disponibili alle persone e per metterli in grado di esprimesi in maniera sicura e mobilitarsi»: lo scrive su Twitter Nick Clegg, presidente per i global affairs di Meta - sotto il cui cappello sono Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger - in risposta all'annuncio della Russia di bloccare Facebook. «Milioni di russi presto privati di informazioni affidabili», si afferma.

Putin introduce la censura di stato

Tutto ciò è avvenuto nel giorno in cui il presidente Vladimir Putin ha ufficialmente introdotto la censura di stato e in poche ore, al massimo giorni, non ci saranno più media indipendenti in Russia. La denuncia viene da Meduza, uno degli ultimissimi media indipendenti che ancora pubblicano nella federazione. In un editoriale dal titolo «non ci potete zittire», il sito rivela di avere ancora pochissimo tempo prima che la censura di Stato si abbatta anche su di loro come successo in rapida successione a tanti altri organi di informazione chiusi d'autorità. «La distruzione dei media indipendenti è una delle cose che ha reso possibile questa guerra», sottolineano.

«Stiamo pubblicando questo testo finché c'è ancora tempo - per noi - per far sapere a tutti l'inizio di un altro storico sviluppo: la Russia ha ufficialmente introdotto la censura di stato», scrivono sul sito di Meduza. «Cosa intendiamo per "c'è ancora tempo"?; si chiedono i giornalisti. «In pochi giorni, forse già oggi, è possibile che non ci saranno più media indipendenti in Russia. Molto, molto presto è possibile che chiunque in Russia cerchi informazioni dalle «voci nemiche» di fonti indipendenti dovrà fare gli stessi sforzi che erano richiesti per avere notizie da coloro che vivevano dentro la Cortina di ferro».

Infatti, si legge ancora sul sito di Meduza, »la censura federale chiede di raccontare la guerra definendola solo come "un'operazione militare speciale"; i loro ordini intimano di non dare copertura alle azioni militari; hanno deciso di bloccare i siti web di Taiga.info, Doxa, The Village, TV Rain, Ekho Moskvy radio station e molte altre. Ciò è semplicemente censura». «La drammatica situazione in cui il nostro Paese si trova oggi - si legge ancora su Meduza - è uno dei risultati dell'assalto delle autorità ai media indipendenti e alla stessa realtà delle cose. Se abbiamo una minima chance di fermare questa guerra noi abbiamo bisogno della stampa libera».

La Bbc richiama i giornalisti da Mosca

La Bbc ha sospeso temporaneamente il lavoro dei suoi giornalisti in Russia, in risposta a una nuova legge che minaccia di incarcerare chiunque ritenga che la Russia abbia diffuso notizie «false» sulle forze armate. Il direttore generale della Bbc, Tim Davie, ha affermato che la legislazione «sembra criminalizzare il lavoro del giornalismo indipendente».

Newsguard: la propaganda russa utilizza oltre 100 siti

La propaganda russa può contare su oltre 100 siti e sono almeno dieci le principali bufale diffuse. Lo spiega un report del Centro di monitoraggio della disinformazione sul conflitto Russia-Ucraina diffuso da NewsGuard. Ad oggi, il team del network giornalistico sta monitorando 116 domini che hanno pubblicato propaganda e disinformazione filo-russa. «I tre siti più influenti noti per essere finanziati e gestiti dal governo russo - scrive Newsguard - sono le fonti dei media statali RT, TASS e Sputnik News, ma ci sono anche siti anonimi, fondazioni e siti di ricerca gestiti con finanziamenti non chiari, alcuni dei quali potrebbero avere collegamenti non dichiarati con il governo russo».

Il network «monitora queste fonti e queste strategie dal 2018», usate anche con la pandemia, e analizza «le principali false narrazioni sull'invasione dell'Ucraina». Newsguard ha anche individuato le 10 principali bufale sulla guerra Russia-Ucraina su cui ha fatto fact-checking: i residenti di lingua russa del Donbas sono stati vittime di un genocidio; sabotatori di lingua polacca hanno tentato di bombardare un impianto di trattamento delle acque reflue nel Donbas; le forze ucraine hanno bombardato un asilo nel Lugansk il 17 febbraio 2022; la Russia non ha preso di mira infrastrutture civili in Ucraina; il nazismo, sostenuto dalle autorità di Kiev, è prevalente nella politica e nella società ucraine; l'Occidente ha organizzato un colpo di stato per rovesciare il governo ucraino filorusso nel 2014; gli Stati Uniti possiedono una rete di laboratori di armi biologiche nell'Europa orientale; la Nato ha una base militare a Odessa; la Crimea si è unita alla Russia legalmente; l'Ucraina moderna è stata interamente creata dalla Russia comunista.

Il giro di vite dei social

Giro di vite dei principali Big dell'hitech nei confronti della Russia di Putin, sempre più isolata anche dal mondo tecnologico. Meta, il colosso sotto il cui cappello ci sono Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, prende posizione sull'Ucraina mentre i primi terminali di Starlink di Elon Musk arrivano nel paese per connettersi a Internet anche nel caso di attacchi a infrastrutture critiche. Nelle ultime ore con un'azione quasi congiunta Meta, YouTube e Twitter hanno bloccato i canali di informazione legati a Russia Today e Sputnik, spesso accusati di diffondere disinformazione nell'invasione russa. Nick Clegg, presidente per i global affairs di Meta ha espresso «profonda preoccupazione per la guerra in Ucraina» e ha detto che i suoi «pensieri e quelli di tutti in Meta sono con il popolo ucraino. Stiamo lavorando per assicurarci che i nostri servizi continuino a essere disponibili per le persone, nonostante il tentativo del governo russo di limitarli, lavoriamo a stretto contatto con i governi e rispondiamo alle loro richieste per combattere la disinformazione e la propaganda dannosa». Nelle scorse ore la società ha implementato misure per rafforzare la sicurezza e la privacy come il blocco del profilo. «In questi anni Putin ha imposto la sua visione del mondo sostenendo in Russia e in tutti gli stati dell'ex Unione Sovietica VK (Vkontakte, il Facebook russo, ndr) e usando RT e Sputnik per fare la stessa cosa sulle piattaforme occidentali. Ora, dopo la reazione di Meta, TikTok e YouTube, gli resta Telegram, il cui Ceo russo Pavel Durov, non ha mai preso posizione sull'invasione e si è dichiarato impossibilitato a contrastare la disinformazione sulla sua piattaforma», spiega all'ANSA Vincenzo Cosenza, esperto di social media. Tante le aziende tecnologiche che sono schierate in queste ore.

Pure Microsoft sta rimuovendo Russia Today dal suo app store, Netflix non rispetterà in Russia l'obbligo di trasmettere in diretta venti canali locali, mentre le chat cinese TikTok ha spiegato di aver limitato l'accesso ai media statali russi sulla sua piattaforma nell'Ue. Intel e Amd, che producono microprocessori, avrebbero informato verbalmente i partner russi che aderiranno alle sanzioni decise dagli Stati Uniti. E il Mobile World Congress, la grande fiera della telefonia che si sta svolgendo in questi giorni a Barcellona, ha detto che non ci sarà il padiglione russo e che «condanna fermamente l'invasione dell'Ucraina». Solidarietà arriva invece all'Ucraina che, secondo un report della società di sicurezza Check Point Research ha subito un aumento degli attacchi verso il governo e il settore militare del 196%. Google Maps ha bloccato funzionalità che forniscono informazioni in tempo reale su eventuali concentrazioni, per proteggere le persone. Anonymous ha invitato a usare alcuni escamotage tecnologici per bypassare la censura e anche ad approfittare dello spazio per le recensioni dei ristoranti russi per raccontare cosa sta accadendo nel conflitto. L'obiettivo non è danneggiare le attività commerciali ma fare circolare le informazioni censurate. Airbnb, invece, ha annunciato che offrirà gratuitamente alloggi ai 100.000 rifugiati in fuga dall'Ucraina. In queste ore un aiuto concreto è arrivato all'Ucraina da Elon Musk. I terminali Starlink hanno raggiunto il paese in risposta ad un appello di Mykhailo Fedorov, vice primo ministro ucraino. L'azienda ha inviato un camion pieno di router da distribuire a enti, organizzazioni e civili, in modo da poter restare connessi a internet. Starlink gestisce una costellazione di oltre 2.000 satelliti che garantiscono l'accesso a internet a livello globale indipendentemente dalle connessioni terrestri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA