Puglia e Calabria zona gialla, Campania-Sardegna in bilico per l'arancione. Molise sogna il bianco. Come possono cambiare domani i colori delle Regioni

Colore Regioni, come cambiano. Terapie intensive, Lombardia, Marche, Toscana e Puglia oltre soglia critica. Molise spera nella zona bianca
Colore Regioni, come cambiano. Terapie intensive, Lombardia, Marche, Toscana e Puglia oltre soglia critica. Molise spera nella zona bianca
di Francesco Padoa
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Giovedì 6 Maggio 2021, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 20:41

L'attesa cresce, domani come sempre è previsto l'eventuale cambio di colore delle Regioni. Ormai è tempo di mare&montagna, insomma di vacanza, e tutte le Regioni vorrebbero essere in giallo, se non addirittura in bianco. Per questo estremo ultimo gradino della gradazione dei colori, che significherebbe la quasi totale normalità (e libertà) è ancora presto, ma qualche miglioramente rispetto alla scorsa settimana potrebbe esserci, anche se il monitoraggio che sarà valutato domani non dovrebbe apportare molte novità: la maggior parte dell'Italia dovrebbe dunque rimanere in zona gialla. A sperare nel passaggio al bianco, in linea teorica potrebbe essere solo il Molise, in virtù dell'ottima incidenza dei contagi registrata la scorsa settimana (60 su 100.000 abitanti). Sarebbe la seconda regione italiana (dopo la Sardegna, che però poi crollò di colpo e passò al rosso) a poter vivere con pochissime limitazioni. Ma al momento non è più di una speranza.

Per quanto riguarda l'indice Rt, la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale prevede una «una lievissima risalita prevalentemente a carico di 7 Regioni». Altro parametro sempre sensibilissimo è il tasso di occupazione delle terapie intensive. Il report di Agenas dice che il livello di occupazione delle terapie intensive scende al 28%, quindi 2 punti sotto la soglia critica del 30%. Tale valore era pari 32% lo scorso 27 aprile. Solo 4 regioni superano la soglia critica: Lombardia, Marche, Toscana e Puglia.

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OGGI E' COSI'
Intanto vediamo qual è la situazione attuale. Oggi sono 15 le regioni in zona gialla, 5 quelle in arancione e solo una rossa, la Valle d'Aosta.

Ecco come è divisa al momento l'Italia:
Zona rossa: Val d'Aosta.
Zona arancione: Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia e Sardegna.
Zona gialla: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto.

COSA PUO' CAMBIARE
Le nuove eventuali ordinanze del ministro della salute Roberto Speranza avranno validità da lunedì prossimo 10 maggio. Nella fascia a basso rischio, dove il Lazio resterà senza problemi, potrebbero passare Puglia, Basilicata e Sicilia. Ci spera anche la Sardegna, che pur potendo sperare in una nuova classificazione e una nuova revisione dei dati, si avvia a vivere un'altra settimana in fascia arancione. La Campania e il Veneto rischiano la retrocessione in fascia arancione. Vediamo nel dettaglio, cominciando dalle Regioni che sperano nella "promozione". La Puglia spera di passare in zona gialla perché secondo i dati della Regione, l'indice Rt è stabilmente sotto 1, l'incidenza è a 185 (su 100.000 abitanti su base settimanale). Resta, è vero, la soglia critica delle terapie intensive ma il trend sembra in miglioramento: la percentuale di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è in rapido calo, seppur ancora lievemente sopra la soglia del 30 per cento. Il buon andamento della campagna vaccinale e la diminuzione dei contagi potrebbero portare la Basilicata, che ha un'incidenza di 161 ma un Rt a cavallo dell'1, in giallo da lunedì prossimo. Spera nella zona gialla anche la Calabria. Nell’ultimo monitoraggio settimanale di venerdì scorso la regione ha registrato un trend dei casi in discesa e un Rt sotto l’1 (0.75), ma un sovraccarico nelle aree mediche, una valutazione di impatto alta e una classificazione complessiva del rischio moderata. In bilico tra giallo e arancione c'è la Sicilia: i numeri degli ultimi giorni sono molto confortanti anche se pesa la lentezza nella campagna vaccinale (l'immunizzazione dei cittadini è uno dei parametri per l'assegnazione delle fasce), che potrebbe far slittare tutto al 17 maggio. I dati elaborati dall’Ufficio Statistica del Comune di Palermo evidenziano, per la seconda settimana consecutiva, segnali di miglioramento: diminuiscono i nuovi positivi, gli attuali positivi e i ricoveri, sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva.

CHI RISCHIA DI RETROCEDERE
Occhi puntati sulla Campania: potrebbe passare dal giallo all’arancione. L’indice Rt è di 1.08. Solo nella zona di Napoli la scorsa settimana sono stati registrati 251 infetti ogni 100mila abitanti. I numeri dagli ospedali al momento sono tutti sotto la soglia d’allerta, ma i dati Agenas evidenziano una possibile tendenza all’aumento dell’occupazione dei posti letti in terapia intensiva e nei ricoveri ordinari. Grande preoccupazione anche in Veneto, che ad oggi registra un Rt di 0,95, ad un passo dalla fascia arancione. 

IL CASO SARDEGNA
La Sardegna si appresta a trascorrere la seconda settimana di fila in zona arancione. È ciò che si apprende da fonti di LeU vicine al ministro della Salute Roberto Speranza. Ancora in arancione nonostante i dati Covid nell'isola, come certificato dalla Fondazione Gimbe, siano in netto miglioramento. In particolare nell'ultima settimana quelli sui casi positivi per 100mila abitanti (1.020), sulla diminuzione di casi del 32,9% - la più alta in Italia - rispetto alla settimana precedente, sulla saturazione dei posti letto in area medica e intensiva (entrambi al 22%). Proprio alla luce dei buoni risultati due giorni fa in commissione Salute della Conferenza delle Regioni l'assessore della Sanità della Sardegna, Mario Nieddu, aveva proposto la revisione del sistema dei parametri dai quali scaturisce la classificazione a zone, «considerato che da tre settimane abbiamo numeri da zona gialla». Si chiedono regole uguali per tutte le regioni e da Cagliari fanno presente che il sistema a colori non riesce a dare un'istantanea precisa e puntuale dell'effettivo livello di rischio. Se l'appello della Sardegna - dove i numeri degli ospedali sono rassicuranti - non sarà ascoltato, la regione dovrà aspettare altri 7 giorni per la tanto sospirata zona gialla. La proposta è stata messa all'ordine del giorno mercoledì in Conferenza delle Regioni, dove ha incontrato il favore degli altri governatori. Questo però non sarà sufficiente per passare in giallo da lunedì, visto che le ordinanze di Speranza hanno validità per 14 giorni. Domani il responso della cabina regia. 

LA SPERANZA DELLA VAL D'AOSTA
La Regione, unica in rosso al momento attuale, ha recentemente presentato un emendamento in cui si chiede di abolire l'automatismo dell'introduzione della zona rossa basato unicamente sul valore numerico dei 250 casi per 100.000 abitanti, così da avere una valutazione più coerente della reale condizione sanitaria del territorio. Comunque la Regione alpina va verso il ritorno in zona arancione a partire da lunedì prossimo. I dati dell'ultima settimana indicano una riduzione del contagio: nella settimana dal 30 aprile al 6 maggio sono stati registrati 187 nuovi casi positivi su 100.000 abitanti, ben lontano dalla soglia dei 250 che hanno fatto scattare la zona rossa. L'indice Rt puntuale è ampiamente sotto l'1, la pressione sull'ospedale Parini si è allentata. I nuovi dati saranno valutati domani dalla Cabina di regia dell'Istituto superiore di sanità e dal ministero alla Salute per decidere i nuovi provvedimenti.

Cala anche, e si attesta al 28%, la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri ordinari, restando quindi ben al di sotto della soglia di allerta individuata dal Ministero della Salute (che in questo caso è il 40%). Tale valore era pari 32% lo scorso 27 aprile. Questo, nel dettaglio, il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti ordinari di area medica non critica nelle varie Regioni e Province autonome: Abruzzo (16% intensive, 24% reparti ordinari); Basilicata (9%, 36%); Calabria (25%, 44%); Campania (20%, 34%); Emilia Romagna (28%, 24%); Friuli Venezia Giulia (19%, 15%); Lazio (28%, 32%); Liguria (28%, 24%); Lombardia (37%, 30%); Marche (32%, 32%); Molise (23%, 13%); PA di Bolzano (7%, 10%); PA di Trento (21%, 13%); Piemonte (28%, 33%); Puglia (33%, 41%); Sardegna (21%, 21%); Sicilia (18%, 29%); Toscana (38%, 24%); Umbria (21%, 22%); Valle d'Aosta (30%, 16%); Veneto (14%, 15%).

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