Il professore truffa l'Università e riesce a farsi versare 430mila euro

Il professore truffa l'Università e riesce a farsi versare 430mila euro (Foto di martaposemuckel da Pixabay)
​Il professore truffa l'Università e riesce a farsi versare 430mila euro (Foto di martaposemuckel da Pixabay)
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Lunedì 4 Maggio 2020, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 10:45

La Guardia di Finanza di Vicenza ha sequestrato 58.000 euro ad un professore in servizio presso l'Università degli Studi di Bergamo, indagato per truffa aggravata e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

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L'indagine, coordinata dalla magistratura di Bergamo, ha fatto emergere che il cattedratico, attraverso una società ad egli riconducibile, ha reso prestazioni professionali con scopo di lucro a beneficio di altre imprese (una delle quali partecipata e gestita dallo stesso cattedratico), volte all'organizzazione di eventi nel settore dell'arte e della cultura, dichiarando falsamente all'ateneo orobico, pur essendo ricercatore «a tempo pieno» e, successivamente, professore associato a tempo pieno, di non trovarsi in alcuna situazione di incompatibilità per le mansioni svolte, nonché omettendo di richiedere allo stesso ateneo le previste autorizzazioni allo svolgimento delle suddette prestazioni.

Tali condotte, inducendo in errore l'Università di Bergamo, hanno consentito al professore di ottenere, tra novembre 2007 e novembre 2017, 430.000 mila euro di retribuzioni non spettanti. Dopo la contestazione ai rappresentanti legali pro-tempore delle imprese beneficiarie delle prestazioni del professore, in solido con le stesse società, delle sanzioni amministrative previste per il mancato rispetto della normativa che prevede il conferimento di incarichi previa preventiva ed obbligatoria autorizzazione dell'amministrazione di appartenenza, sono state, quindi, sviluppate le indagini sotto il profilo penale, giungendo a quantificare in 58.000 euro l'indebito profitto. 

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