Piero Longo, l'ex avvocato di Berlusconi accusato di violenza sessuale su una minorenne

Piero Longo, l'ex avvocato di Berlusconi accusato di violenza sessuale su una minorenne
Piero Longo, l'ex avvocato di Berlusconi accusato di violenza sessuale su una minorenne
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Giovedì 5 Novembre 2020, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 13:37

L'avvocato Piero Longo, già in passato difensore di Silvio Berlusconi, sarebbe accusato di violenza su una minorenne. Lo scrive oggi il Corriere della Sera e la vicenda è stata confermata dall'agenzia ANSA: la donna sarebbe la figlia della ex convivente dell'avvocato ed ex parlamentare padovano. Lo scorso 30 settembre due persone, Luca Zanon e Silvia Maran, 49 e 47 anni, avevano aggredito Longo nell'androne di casa sua: il legale li aveva affrontati sparando due colpi di pistola in aria ma era stato strattonato e colpito con due pugni.

Insieme a Zanon e Maran c'era una donna di 31 anni: sarebbe lei la presunta vittima delle violenze di Longo, secondo le indagini. All'epoca delle molestie la giovane aveva appena 16 anni. I due aggressori avevano raccontato di averla accompagnata per fare da «mediatori» con Longo. La donna non è indagata per l'aggressione. Il legale aveva subito ferite al volto e 20 giorni di prognosi. Nei confronti di Zanon e Maran è stato emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento alla casa di Longo. 

Oltre agli accertamenti sulla dinamica e le responsabilità dei protagonisti dell'episodio, da subito le indagini avevano anche percorso la strada parallela della ricerca del movente, ed era emerso un «legame di conoscenza» tra l'avvocato e la giovane rimasta quella sera fuori dall'androne. Dopo la laurea, avrebbe frequentato per un certo periodo lo studio di Longo. Altro elemento è costituito dal fatto che i due aggressori non erano lì per una rapina: Zanon, trentino originario della Val di Fiemme, è uno sciatore e maestro di sci e lavora a Padova con una sua società come elettricista; Maran una commercialista con studio avviato. 

GHEDINI: DICHIARAZIONI DIFFAMATORIE «È stato lo stesso avvocato Piero Longo a denunciare tempestivamente alla Procura della Repubblica di Padova le diffamatorie dichiarazioni che si erano apprese da indiscrezioni di stampa propalate da quegli stessi aggressori che, a dire del consulente tecnico medico Dr. Zancaner, avrebbero commesso proprio nei confronti dell'avvocato Longo un tentato omicidio con gravissimi danni fisici», afferma in una nota l'avvocato Niccolò Ghedini, difensore di Longo, come parte offesa nel procedimento per aggressione, in relazione alle notizie sull'indagine per violenza sessuale.

«Aggressori che - sottolinea Ghedini - pur nella libertà della scelta della linea defensionale e che incredibilmente nonostante l'estrema gravità della condotta sono stati lasciati in libertà dall'Autorità Giudiziaria, stanno evidentemente tentando di giustificare atti di eccezionale violenza e pericolosità con dichiarazioni assurde ed inverosimili, sia per quanto concerne la ricostruzione dell'accaduto, sia in particolare per le asserite ragioni che li avrebbero determinati ad aggredire l'avvocato Longo in ora notturna all'interno della sua abitazione».

Ghedini annuncia che le dichiarazioni «saranno oggetto di tutte le azioni giudiziarie del caso». «Stupisce comunque - puntualizza il legale - la notizia di una iscrizione, che nascerebbe da un asserito atto dovuto del tutto opinabile, considerato che, a quanto consta sempre da informazioni di stampa, l'allora minorenne non avrebbe minimamente confermato l'assunto.

Il fatto che una notizia che dovrebbe essere coperta da un rigoroso segreto di indagine, sia stata resa nota alla stampa ancor prima che qualsiasi avviso formale sia stata comunicato all'avvocato Longo, è di assoluta gravità. Ed anche ciò sarà prontamente segnalato alle Autorità competenti. È comunque ovvio che tale infondata ipotesi accusatoria non potrà che sfociare in un proscioglimento per insussistenza del fatto. È altrettanto ovvio che saranno esperite tutte le opportune azioni giudiziarie nei confronti di tutti coloro che con qualsiasi mezzo diffonderanno tali diffamatorie notizie», conclude la nota.

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