«Sei stato con la mia ragazza»: ragazzo picchiato, torturato e quasi ucciso da quattro coetanei

I quattro giovani sono indiziati dei delitti di tortura, di lesioni personali aggravate, sequestro di persona, violenza privata, detenzione illegale di arma comune da sparo e rapina

«Sei stato con la mia ragazza»: picchiato, torturato e quasi ucciso da quattro coetanei. L'orrore a Catanzaro
«Sei stato con la mia ragazza»: picchiato, torturato e quasi ucciso da quattro coetanei. L'orrore a Catanzaro
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Mercoledì 21 Dicembre 2022, 09:35

CATANZARO - Hanno sequestrato e torturato un ragazzo, loro conoscente, procurandogli ferite che lo hanno posto in pericolo di vita, accusandolo di avere avuto una relazione con la compagna di uno di loro: per questo 4 persone sono state arrestate dalla Polizia a Catanzaro. Una vicenda terribile, che ha visto come protagonista un ragazzo giovanissimo e quattro coetanei, che lo hanno di fatto picchiato, seviziato e torturato con un metodo definito 'mafioso' dagli inquirenti.

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Ragazzo picchiato e torturato, 4 arresti

La Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, supportata in fase esecutiva dai Reparti Prevenzione Crimine «Calabria» di Vibo Valentia e Cosenza, ha dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta di questa Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 4 soggetti, gravemente indiziati, a vario titolo, dei delitti di tortura, di lesioni personali aggravate, sequestro di persona, violenza privata, detenzione illegale di arma comune da sparo, rapina, reati tutti aggravati dall'utilizzo del metodo mafioso.

Il provvedimento cautelare si fonda sulle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Catanzaro, dirette e coordinate da questa Direzione Distrettuale Antimafia, a seguito di una brutale aggressione posta in essere, in due distinte fasi, nelle giornate del 26 e 27 ottobre scorsi, nel quartiere nord di Catanzaro, nei confronti di un ragazzo ivi residente, da parte di soggetti che evocavano l'appartenenza ad un gruppo criminale.

In particolare, la vittima, che, è risultata avere rapporti di frequentazione di lunga data con i suoi aggressori, sulla base degli elementi indiziari acquisiti, veniva dapprima accusata di aver avuto una relazione con la compagna di uno degli stessi e sottoposta ad un violento interrogatorio svoltosi in località Cavaglioti, venendo malmenata e minacciata con una pistola.

Il giorno successivo, la stessa veniva condotta nel medesimo luogo e qui subiva sevizie fisiche, che gli cagionavano lesioni che la ponevano in pericolo di vita. La condotta si articolava anche in successive minacce a taluni dei familiari della persona offesa affinché non sporgessero denuncia.

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