Pescatori sequestrati in Libia, Conte e Di Maio a Bengasi per la liberazione. Il sindaco di Mazara: «Era ora»

Pescatori sequestrati in Libia, Conte e Di Maio a Bengasi per la liberazione. Il sindaco di Mazara: «Era ora»
Pescatori sequestrati in Libia, Conte e Di Maio a Bengasi per la liberazione. Il sindaco di Mazara: «Era ora»
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Giovedì 17 Dicembre 2020, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 13:07

Dopo oltre 100 giorni, i 18 pescatori di Mazara del Vallo sequestrati con i loro due pescherecci in Libia potrebbero essere liberati: stando a quanto apprendono le agenzie di stampa, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono in volo verso Bengasi per la liberazione dei 18 marittimi. ​Era lo scorso 1° settembre, 108 giorni fa, quando i due pescherecci con a bordo 8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi furono fermati e sequestrati.

Proprio il blitz a Bengasi avrebbe portato il premier a posticipare il vertice con la delegazione di Iv, capitanata dal leader ed ex premier Matteo Renzi, inizialmente in programma per questa mattina alle 9 e poi posticipato alle 19 di questa sera. «Oggi sono 108 giorni dal sequestro, con comodo...», ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini.

IL SINDACO: ERA ORA «Era ora! Aspettiamo la conferma ufficiale della liberazione dei 18 pescatori. L'Intera comunità li sta aspettando», ha detto all'Adnkronos Salvatore Quinci il sindaco di Mazara del Vallo commentando la notizia del blitz in Libia del premier Conte. «Siamo davvero felici - dice il sindaco- sappiamo che questi sono momenti importanti.

Dalla Libia ci arrivano telefonate che ci confermano l'imminente liberazione. Aspettiamo la conferma a momenti».

L'ARMATORE: ASPETTIAMO «Aspettiamo. In questo momento non possiamo aggiungere altro», ha invece detto Leonardo Gancitano, uno degli armatori dei due pescherecci di Mazara del Vallo sequestrati il 1 settembre. «Sono scaramantico. Non voglio dire nulla fin quando non abbiamo certezze» continua Gancitano che attende notizie insieme a Paola Bigione, moglie del capitano di uno dei due pescherecci. «Non vogliamo festeggiare prima anche perché se non fosse vero sarebbe uno schiaffo terribile».

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