Pensionato blocca le borseggiatrici, ferito e deriso: «Chiama la polizia, siamo incinte». E la derubata non lo ringrazia

Ottantenne demoralizzato: "Ho recuperato il cellulare della turista derubata, ma lei non mi ha nemmeno ringraziato"

Venezia, pensionato blocca le borseggiatrici, ma le ladre lo feriscono e lo sfidano: «Chiama pure la polizia, siamo incinte»
Venezia, pensionato blocca le borseggiatrici, ma le ladre lo feriscono e lo sfidano: «Chiama pure la polizia, siamo incinte»
di Michele Fullin
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Venerdì 25 Novembre 2022, 09:13

VENEZIA - Il turismo di massa a Venezia novembre si può dire cosa passata, ma le bande di ladre e di ladri continuano ad essere attive. A decine infestano i punti nevralgici della città (ponti, strettoie, mezzi pubblici, luoghi in cui si formano code e in cui è facile venire in contatto) e colpiscono con la leggerezza di un passero.

Se qualcuno si accorge e prova a bloccare i malviventi, allora diventano delle tigri.

Gli uomini mostrano i pugni e il segno della gola tagliata, le donne urlano, sputano e graffiano. Ieri all’ora di pranzo è accaduto proprio questo. Protagonista Evasio, il decano dei Cittadini “non distratti”, visto che a quasi ottant’anni continua a non sopportare che le bande di borseggiatrici continuino a farla franca. Evasio era una maschera di sangue: due profondi graffi alla guancia destra sono la medaglia per aver sventato l’ennesimo furto ai danni di turisti. Nel caso di specie, un cellulare sottratto dallo zainetto di una straniera sul ponte de la Madoneta, a San Polo.

«Non ho parole - racconta Evasio - fermo due ladre e non solo la vittima del borseggio se ne va senza nemmeno dire ringraziare, ma i passanti (veneziani) volevano fermare me perché questa urlava “Lasciami, sono incinta! Aiuto!”. Sfido io - continua - queste sono giovanissime e ogni anno sono incinte. Le due che ho fermato e che poi grazie ai passanti sono fuggite sono le stesse riprese nell’inchiesta di Striscia la notizia.

Sono conosciutissime da noi, le vediamo ovunque, ma non dalle forze dell’ordine. Gli amici mi dicono di lasciar perdere, ma cosa devo fare, lasciar questa gente rubare impunemente? Scusate, non ce la faccio».


Qualcuno, per amor di verità, ha cercato di aiutarlo, quando lo ha visto in difficoltà: un commerciante bangladese che gli ha dato i cerotti, la pasticceria Rizzardini che gli ha offerto assistenza e anche altri. Non si possono vedere, però, le persone che “aiutano” le borseggiatrici a farla franca.

Era accaduto anche un paio di mesi fa a San Zulian, quando un olandese di origini orientali aveva fermato una giovane ladra che aveva messo le mani nella borsa di sua moglie. In quell’occasione, malgrado l’intervento di alcuni passanti a favore della borseggiatrice, egli aveva tenuto la presa salda e l’aveva tenuta immobilizzata fino all’arrivo della polizia locale.

Di solito, però, non va così.

Evasio è una persona che con le sue azioni e segnalazioni ha contribuito all’arresto di centinaia di persone. Questa volta, però, ha perso ogni fiducia.
«Questi segni - conclude - resteranno sul mio viso per una ventina di giorni. Ho fatto una marea di denunce e non succede quasi niente. Non vado nemmeno più a deporre alle udienze. Tanto quelle vanno sempre fuori. La gente non ha più fiducia nelle istituzioni e nemmeno io. Ma non mi girerò dall’altra parte, neanche la prossima volta».

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