Papa Francesco pensa al prossimo Natale: «Chiediamoci cosa posso fare per gli altri»

Papa Francesco pensa al Natale: «Chiediamoci cosa posso fare per gli altri»
Papa Francesco pensa al Natale: «Chiediamoci cosa posso fare per gli altri»
di Franca Giansoldati
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Domenica 15 Novembre 2020, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 11:21

Città del Vaticano – Papa Francesco celebra la Giornata Mondiale dei Poveri e pensa al prossimo 25 dicembre, un Natale segnato dal Covid, dalla paura della malattia e dell'abbandono e dalle condizioni economiche dure per tante famiglie. In basilica non ci sono che un centinaio di persone, ben distanziate tra i banchi e con le mascherine. «Si avvicina il Natale, il tempo delle feste. Quante volte la gente si chiede 'Cosa posso comprare?' "Cosa posso avere di più?'. Chiediamoci piuttosto: cosa posso dare agli altri, per essere come Gesù, che ha dato se stesso, nato proprio in quel Presepio?'».

 Francesco celebra la messa assieme a monsignor Rino Fisichella, presidente del pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione ed organizzatore di alcune iniziative collaterali a favore dei più bisognosi.

Pacchi viveri per le famiglie romane in difficoltà situate soprattutto nella cintura periferica e tamponi gratuiti nell'ambulatorio vaticano per le persone in difficoltà che ne fanno richiesta. 

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«Quanta gente passa la vita solo ad accumulare, pensando a stare bene più che a fare del bene. Ma com’è vuota una vita che insegue i bisogni, senza guardare a chi ha bisogno! Se abbiamo dei doni, è per essere doni» ha aggiunto Papa Francesco nell'omelia della messa.

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«Troppe volte, guardando alla nostra vita, vediamo solo quello che ci manca. Allora cediamo alla tentazione del 'magari!...': magari avessi quel lavoro, magari avessi quella casa, magari avessi soldi e successo, magari non avessi quel problema, magari avessi persone migliori attorno a me!… L’illusione del 'magari' ci impedisce di vedere il bene e ci fa dimenticare i talenti che abbiamo».

Il Papa ha anche ricordato don Roberto Malgesini, ucciso a Como: «Non faceva teorie; semplicemente, vedeva Gesù nel povero e il senso della vita nel servire. Aveva compreso che doveva tendere la sua mano ai tanti poveri che quotidianamente incontrava»

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