Catturato l'orso M49 in fuga: sta bene ed è tornato nel recinto da dove era fuggito

L'orso M 49 catturato in Trentino
L'orso M 49 catturato in Trentino
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 13:21 - Ultimo aggiornamento: 13:50

É stato catturato l'orso M49 che era scappato da Castellar, a sud di Trento, e aveva seminato il panico. L'animale è stato catturato ieri sera dagli uomini del Corpo forestale del Trentino sui monti sopra Tione, nelle Giudicarie, ed è stato trasportato nel centro faunistico dove era stato rinchiuso nel luglio 2019 e da dove era subito scappato. L'animale, informa la Provincia, è in buone condizioni. Catturato con una trappola tubo è stato trasportato seguendo la prassi, con l'animale sveglio e sotto il controllo veterinario. A Casteller  l'orso è stato immesso nell'area con tana e recinto interno, per consentire un suo inserimento.


L'operazione di cattura ha consentito di dare attuazione alle due ordinanze del presidente della Giunta provinciale, Maurizio Fugatti, dell'estate scorsa, ed è stata pianificata dopo che M49 si era reso protagonista, nelle scorse settimane, di un lungo spostamento che dal Trentino orientale lo aveva portato nelle sue aree d'origine.  Anche durante tale spostamento l'orso ha effettuato numerose intrusioni in abitazioni, baite, rifugi, malghe ed altri stabili, «confermando il comportamento pericoloso per l'uomo già manifestato chiaramente l'anno precedente». Il presidente Fugatti ha informato il ministro all'ambiente, Sergio Costa, e l'Ispra. Dal presidente Fugatti e dall'assessore Giulia Zanotelli è stato espresso «un ringraziamento agli uomini della forestale, ed in particolare alla squadra che è stata impegnata fino alle prime luci dell'alba per portare a termine la delicata operazione». Nel Centro Casteller, dove è stato portato M49, si trova attualmente rinchiuso anche l'esemplare femmina DJ3.

La cattura dell' orso M49 «fa tirare un sospiro di sollievo a chi vive la montagna e si sente indifeso di fronte ai pericoli di un esemplare del quale è stata scientificamente accertata l'aggressività». È quanto afferma la Coldiretti. «Una situazione - si legge in una nota - che ha provocato danni, ansie e paura rendendo urgenti le necessarie misure di contenimento per garantire in primo luogo la sicurezza degli agricoltori e delle loro famiglie e non costringerli alla fuga e all'abbandono dei pascoli e della tradizionale attività di alpeggio delle numerose malghe con danni economici ed ambientali incalcolabili».


 

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