ROMA - Quando Ahmed Mohamed è arrivato a scuola era felice di poter mostrare agli insegnanti la sua creazione.
Si trattava di un orologio digitale fai da te: invece di guadagnarsi i complimenti dei professori, però, il quattordicenne è finito in manette. Ahmed, che da grande sogna di diventare ingegnere, è stato arrestato dalla polizia della cittadina di Irving e poi rilasciato perché l'orologio che aveva fabbricato è stato scambiato per una bomba da uno dei docenti.
Il suo caso ha immediatamente scatenato un dibattito nazionale, tanto che in sua difesa si è schierato persino il presidente americano Barack Obama. «Mitico questo orologio, Ahmed.
E mentre su Twitter è diventato immediatamente virale l'hashtag #IStandWithAhmed, il ragazzino ha ricevuto un altro invito, partito questa volta dal guru dell'hi tech, Mark Zuckerberg. «Il futuro appartiene a persone come Ahmed - ha scritto il fondatore di Facebook sul social network - Se vuoi venire a Facebook, mi piacerebbe conoscerti. Continua a costruire».
Manifestazioni di solidarietà sono arrivate anche dalla candidata alle primarie democratiche per Usa 2016, Hillary Clinton. «I sospetti e la paura non ci tengono al sicuro, ma ci portano indietro - ha scritto anche lei su Twitter - Ahmed, rimani curioso e continua a costruire».
Il capo della polizia di Irving, Larry Boyd, ha confermato che nei confronti del giovane non verrà mossa alcuna accusa perché non voleva spaventare nessuno e perché il dispositivo, decritto come «un esperimento fatto in casa», era innocuo.
Tuttavia, diversi osservatori sostengono che si sia trattato di un episodio di islamofobia e che Ahmed sia finito nei guai solo perché musulmano. Ne è convinto anche il padre dell'adolescente, che ha affidato ad un giornale locale le sue rimostranze: «Mio figlio vuole solo inventare cose buone per il genere umano - ha detto Mohamed Elhassan Mohamed, immigrato con la famiglia dal Sudan - ma siccome si chiama Mohamed ed è appena trascorso un altro 11 settembre, è stato maltrattato».