Due grandi squali bianchi sono stati attaccati e uccisi da una o più orche in Sudafrica. Questo è il risultato più plausibile dato dalle autopsie sugli animali ancora in corso. L'eccezionale episodio, che sta facendo discutere il mondo scientifico, si è consumato a Kleinbaai, 160 km ad est di Città del Capo.
I FATTI. Erano le 7 del mattino dell'altro ieri, quando lungo la spiaggia di Franskraal veniva rinvenuto un grosso squalo bianco di 5 metri. Lo squalo, già morto, aveva profonde ferite sotto le pinne pettorali dove presentava un grosso morso che esponeva gli organi interni o almeno quelli restanti. Il fegato, che negli squali è enorme, risultava mancante. Asportato da qualcosa o da qualcuno che aveva fatto scempio di un super predatore adulto come fosse niente. Femmina, lo squalo misurava 4,9 metri per oltre una tonnellata di peso ed era una faccia conosciuta dagli studiosi e biologi di quelle acque tanto che era stata ribattezzata Khalissi, a Gansbaai e Hannibal a Mosselbaai, altra località sudafricana nota per la presenza di squali bianchi.
Sul posto, tra la folla di curiosi, erano intervenuti biologi, come Alison Towner (Dyer Island Conservation Trust e autrice, con Marine Dynamics, delle immagini che pubblichiamo) e la ricercatrice Alison Kock con il dott Malcolm Smale. Si sarebbe proceduto all'autopsia il più presto possibile, avevano deciso. Quello squalo era il più grande mai sottoposto alla necroscopia in Sudafrica e tutti erano impazienti di avere risposte. Nemmeno il tempo di ragionare troppo che il giorno dopo (ieri) un altro squalo bianco veniva trovato sulla stessa spiaggia e nelle medesime condizioni, se non peggiori, dell'altro.

INCREDIBILE. La notizia aveva corso come il vento e quello che, soltanto il giorno prima, poteva apparire una mera casualità, si riproponeva, ora, in tutta la sua gravità. "Cosa stava accadendo agli squali bianchi del Sudafrica?". Maschio, lungo 3,4 metri, lo squalo era sventrato. Stesso trattamento della grande femmina, quasi che in quel braccio di oceano ci fosse un serial killer, di quelli che ammazzano allo stesso modo, firmando le uccisioni.


Il dott Enrico Gennari è il direttore scientifico e della Ricerca di Oceans Resarch di Mosselbaai, in Sudafrica. "Le ampie e profonde aperture, veri e propri squarci provocati da morsi, la distanza appurata tra un dente e l'altro e l'asportazione del fegato, atteggiamento predatorio tipico delle orche quando hanno a che fare con gli squali, spiega Gennari, ci fa protendere verso questa direzione. La scorsa notte, poi, sono state viste ben nove orche nuotare nell'area dove riteniamo siano avvenuti gli attacchi". In queste ore, mentre si stanno ultimando le ultime analisi, nelle acque intorno a Gansbaai, la tensione è palpabile. Due super predatori sono in lotta per il predominio. La natura, una volta tanto, segue il suo corso.
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