«Omicron come Robin Hood ma al contrario: debole con i vaccinati ma spietato con chi non lo è»

«Omicron come Robin Hood ma al contrario: debole con i vaccinati ma spietato con chi non lo è»
«Omicron come Robin Hood ma al contrario: debole con i vaccinati ma spietato con chi non lo è»
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 10:58

La variante Omicron del Covid-19 come Robin Hood, ma al contrario: lui rubava ai ricchi per dare ai poveri, mentre Omicron è debole con i 'ricchi', cioè con chi ha il vaccino, e spietato con chi non ce l'ha. Il singolare paragone viene dall'infettivologo del Campus Biomedico di Roma Nicola Petrosillo, intervistato oggi dal Corriere della Sera«Rispetto a Robin Hood, eroe di Walt Disney, il Sars-CoV-2 agisce all'incontrario. È forte con i deboli, in questo caso i non vaccinati, e debole con i ricchi, quelli protetti dalle tre dosi», le sue parole.

Basta questa diseguaglianza per giustificare l'alto numero di morti, risponde ancora Petrosillo, «la vaccinazione è una discriminante fondamentale». «Alcuni pazienti muoiono, nonostante la doppia o tripla immunizzazione, a causa di gravi complicanze scatenate dalle patologie croniche di cui soffrivano - aggiunge - Con i totalmente esenti di protezione Omicron è spietata come la variante Delta perché riesce a penetrare nei polmoni e a creare danni immensi». «Chi non possiede immunità non ha difese, dunque il virus ne approfitta per penetrare più in profondità - dice l'infettivologo - La certezza sulla minore pericolosità di Omicron rispetto a Delta è in ogni caso ormai consolidata.

Il virus ha aumentato la capacità di diffondersi e di eludere l'immunità a scapito dell'aggressività. Nei vaccinati dà luogo a infezioni lievi. Uno scenario completamente diverso rispetto a quello visto agli inizi della pandemia in Italia».

«Gli anticorpi monoclonali e gli antivirali specifici, disponibili anche in Italia, vanno somministrati al massimo entro i 5 giorni dalla diagnosi altrimenti non sono efficaci», spiega. Dal gennaio del 2020, quando vennero ricoverati i primi due turisti cinesi col Covid-19, molto è cambiato. «I pazienti peggioravano rapidamente, in modo drammatico, bisognava intubarli quasi subito - racconta - L'età media era però più elevata, soprattutto persone anziane. È stato un periodo che definire difficile è poco. Lo Spallanzani, come istituto delle malattie infettive era comunque preparato, le emergenze infettive sono pane per i nostri denti. Prima del Covid, nel 2014 era arrivato il virus Ebola e prima ancora la Sars. Non abbiamo mai smesso di aggiornare la formazione e fare scorte di materiali di protezione». E sulla durata illimitata del green pass per chi ha tre dosi Petrosillo sottolinea «è giustissimo». «È uno stimolo per ricevere il richiamo - conclude - Altri Paesi stanno allentando le restrizioni. Vista la situazione epidemica, sarebbe venuto il momento di rivedere le regole della quarantena e di puntare, ad esempio quando si è positivi ma asintomatici, sull'autosorveglianza che responsabilizza ciascuno di noi». 

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