Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni incinta di 7 mesi, è stata uccisa. Il suo corpo è stato trovato nella notte, nascosto in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina in via Monte Rosa a Senago, il comune del Milanese da cui è scomparsa nella notte tra sabato e domenica. Ad ucciderla, il fidanzato e padre del bambino che portava in grembo, Alessandro Impagnatiello, che ha confessato l'omicidio.
Giulia Tramontano uccisa, la confessione
Alessandro Impagnatiello ha confessato e ha dato indicazioni ai Carabinieri su dove aveva nascosto il corpo senza vita di Giulia Tramontano, la sua fidanzata di 29 anni incinta al settimo mese. Da quanto si è appreso, l'uomo ha consentito ai militari dell'Arma di ritrovare il cadavere della donna nascosto in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina in via Monte Rosa a Senago, nel Milanese, non lontano dall'abitazione della coppia. Ora il pm Alessia Menegazzo sta interrogando il 30enne per poi procedere al suo arresto.
«Ho provato a bruciare il corpo»
L'avrebbe uccisa a coltellate, dopo una lite in casa, e avrebbe tentato, poi, di bruciarne il corpo, senza però riuscirci. Così Alessandro Impagnatiello, 30 anni, ha confessato davanti ai pm e ai carabinieri l'omicidio della fidanzata 29enne Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi. Da quanto si è saputo, l'uomo avrebbe detto agli investigatori di aver fatto tutto da solo, anche nella fase dell'occultamento del cadavere.
Tracce di sangue nell'auto
Era stato proprio Impagnatiello a denunciare la scomparsa di Giulia. Ai carabinieri aveva raccontato di averla vista per l’ultima volta domenica mattina prima di andare al lavoro. «Dormiva tranquilla, non volevo svegliarla», le sue parole. Ma per gli inquirenti si trattava di tutte menzogne. Alessandro Impagnatiello, trent’anni, da ieri è risultato indagato per omicidio volontario e aggravato. E nella tarda serata è crollato. È stato lui ad ucciderla. Decisive le tracce di materiale biologico, probabilmente sangue, che gli inquirenti hanno trovato nella sua auto.
Il tradimento
Giulia Tramontano era disperata. Gli ultimi contatti certi della giovane sono una telefonata con la madre alle otto di sera, una telecamera davanti a casa che la riprende poco dopo, una messaggio all’amica più tardi nel quale confida lo sconforto per il tradimento di Alessandro, barman in locali molto noti a Milano come l’Armani Café. Ha un figlio di sei anni avuto da una precedente fidanzata, i vicini raccontano che lo vedevano spesso con il papà e Giulia. Ma da mesi aveva anche una relazione con una ragazza americana, che è rimasta incinta e ha perso il bambino.
Entrambe erano all’oscuro delle bugie di Impagniatiello, alla fine però la situazione è esplosa: sabato ci sarebbe stato un incontro a tre, forse per chiarire, dal quale Giulia è uscita a pezzi. Litiga furiosamente con il fidanzato, racconta tutto ai genitori che il giorno dopo, preoccupati per il silenzio della figlia e il suo telefono muto, dal Napoletano piombano a Senago, affrontano il compagno, discutono e arrivano anche alle mani.
Gli ultimi sms
Prima che il telefono venga disattivato, all’amica del cuore arriva un messaggio in cui Giulia scrive di essere turbata e che sarebbe andata a letto. Ma gli investigatori non possono avere la certezza che sia stata proprio la giovane a scriverlo. Un pezzo alla volta, grazie alle testimonianze e ad altri riscontri, hanno ricostruito quel buco tra sabato sera e domenica mattina, quando Impagniatiello è uscito verso le sette di mattina per andare a lavorare. Ed è stato proprio lui che nel pomeriggio, dopo essere rientrato, ha denunciato la scomparsa della compagna spiegando di averla vista per l’ultima volta mentre dormiva. Ai militari, in un primo momento, ha raccontato che, non trovandola a casa, l’ha cercata in macchina in giro per il paese. Era agitato e si è contraddetto: prima ha riferito che era andata a letto, poi che sarebbe uscita verso mezzanotte per fare una passeggiata. E il giorno successivo si sarebbe allontanata solo con il passaporto, il bancomat (al momento non è stato registrato alcun prelievo) e 500 euro in contanti, senza portare con sé gli abiti. Poi, nella notte, la confessione. Ad ucciderla è stato lui.
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