Poliziotti finiti imbianchini e operai
per incastrare "nonna cocaina"

La donna incastrata da agenti fintisi imbianchini
La donna incastrata da agenti fintisi imbianchini
di Salvatore Garzillo
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Mercoledì 1 Febbraio 2017, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 11:26
BOLLATE - Ha 56 anni ma la gente del quartiere la conosce come “nonna Rosa”. Per la precisione “la nonna della coca”, visto che era un punto di riferimento dello spaccio a Bollate. Abitava nel famigerato fortino della droga in via Turati 40, un edificio enorme con scale che arrivano alla lettera M e vedette sparse dappertutto.

Gli agenti del commissariato Quarto Oggiaro hanno dovuto fingersi imbianchini, fattorini di una pizzeria e anche manutentori dell’ascensore per riuscire a entrare nella quotidianità del quartiere senza dare troppo nell’occhio. Dopo una settimana sotto copertura, i poliziotti diretti da Antonio D’Urso hanno fatto irruzione nell’appartamento al primo piano di Rosanna Pitino, una incensurata conosciuta anche col soprannome di “colomba bianca” (oltre che nonna Rosa), madre di un pregiudicato. In casa aveva 300 grammi di cocaina purissima, sostanza da taglio e 2500 euro in contanti.

Si ritiene che la donna non fosse una semplice custode ma che si occupasse del taglio della coca e della consegna ai tanti pusher che da lei si rifornivano. L’indagine è nata dopo alcune segnalazioni di residenti stanchi per lo spaccio nel condominio. «Quando ho visto il palazzo ho pensato che sarebbe stato impossibile non essere scoperti - ha detto il dirigente D’Urso - i miei agenti si sono finti fattorini, manutentori, dipendenti comunali incaricati di ripulire i muri dalle scritte. In effetti abbiamo cancellato molte scritte contro lo Stato e le forze dell’ordine».
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