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— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 11, 2019
The Norwegian Nobel Committee has decided to award the Nobel Peace Prize for 2019 to Ethiopian Prime Minister Abiy Ahmed Ali.#NobelPrize #NobelPeacePrize pic.twitter.com/uGRpZJHk1B
Nella motivazione si sottolinea come «il premio Nobel per la Pace vuole anche riconoscere tutti gli altri che stanno lavorando per la pace e la riconciliazione in Etiopia e nelle regioni dell'Est e del nord Est dell'Africa». In particolare viene ricordata la «stretta collaborazione con il presidente dell'Eritrea Isaias Afwerki», che ha permesso a Abiy Ahmed di «fissare velocemente i principi di un accordo di pace per mettere fine al lungo stallo di 'no pace no guerrà tra Etiopia ed Eritrea». «Anche se molto lavoro rimane da fare in Etiopia - prosegue - il premier ha avviato importanti riforme che danno a molti cittadini speranza per una vita migliore ed un futuro più radioso. Come primo ministro, Abiy Ahmed ha cercato di promuovere riconciliazione, solidarietà e giustizia sociale».
Da molti considerato una speranza per l'Africa, il primo ministro dell'Etiopia Abiy Ahmed ha dimostrato il suo coraggio politico con l'accordo di pace con l'Eritrea, una delle prime iniziative del suo governo, insediatosi nel 2018.
Combattuto fra il 1998 e il 2000, il conflitto fra i due paesi confinanti non si era poi formalmente concluso, creando forte tensione fra i due paesi confinanti. Ahmed ha scelto di accettare il verdetto dell'arbitrato internazionale del 2002 che assegnava all'Asmara il territorio conteso di Badme, aprendo la strada alla firma di un accordo di pace nell'estate 2018. L'abbraccio con il presidente eritreo Isais Afewerki e le visite reciproche nelle due capitali, la ripresa dei rapporti diplomatici e dei voli aerei fra Addis Abeba e l'Asmara hanno sollevato grandi entusiasmi, anche se la dittatura in Eritrea ha poi richiuso i confini, lasciando a metà il processo.