JESOLO - Per un mese ha tenuto duro, ha fatto turni più che doppi arrivando anche a 15 ore di lavoro al giorno, oltretutto facendo quotidianamente la spola tra Jesolo e Treviso. A fine mese però chiuderà il suo locale nel capoluogo trevigiano, in attesa che arrivino tempi migliori. O meglio, in attesa di riuscire ad assumere del nuovo personale.
Non trova personale, chiude il ristorante
Lui è Stefano Molitierno, ristoratore jesolano che nel litorale gestisce il Boe Public House, noto locale nel mondo giovanile che si trova di fronte a piazza Internazionale ma anche il Boe di San Donà con altri 3 soci. L’imprenditore, con la stessa società, nei mesi scorsi ha rilevato anche un terzo locale a Treviso, un pub in via Strada Comunale delle Corti, chiuso da tempo, completamente restaurato e aperto lo scorso 31 marzo. Lo stesso che a fine aprile verrà chiuso fino a data da destinarsi, con molta probabilità fino al prossimo settembre. Sullo sfondo c’è l’ennesima storia legata alla carenza di personale che colpisce ancora.
SUBITO PROBLEMI
Del resto, i problemi erano iniziati prima dell’inaugurazione, tanto che per aprire il locale l’imprenditore aveva dirottato i dipendenti di Jesolo e San Donà a Treviso. «Una soluzione momentanea e che ovviamente non può essere sostenibile – precisa Molitierno – anche a fronte dell’imminente inizio della stagione estiva». A fronte dei tanti annunci arrivati, uno staff minimo era stato raggiunto pur con lo stesso imprenditore costretto a recarsi ogni giorno da Jesolo e Treviso per prendere servizio nel locale. La doccia gelata è arrivata nei giorni scorsi, quando un componente dello staff ha rassegnato le dimissioni per motivi personali.
«Avevamo aperto con il minimo indispensabile e ora non posso gestire il locale solo con due persone – spiega Molitierno –, io stesso non posso continuare a lavorare per 15 ore al giorno.
CENTINAIA DI ANNUNCI
Da ricordare che gli annunci pubblicati online sono stati centinaia, mentre gli stipendi sono quelli previsti dal contratto nazionale, con base di partenza dai 1.500-1.600 euro mensili ai quali vanno aggiunti eventuali straordinari. E ovviamente il giorno di riposo. «Daremo quanto previsto e quanto pattuito – prosegue l’imprenditore - questo aspetto non è in discussione. Gli ultimi annunci sono caduti nel vuoto, non vedo altre soluzioni. Non si può gestire un’attività in questo modo: un giorno puoi contare su dipendente e l’altro no. Sinceramente avevo pensato anche di comperare dei robot ma è una spesa grossa che in questo momento non mi sento di affrontare anche se forse può essere davvero un’alternativa visto che c’è sempre meno manodopera». Più di una le cause alla base del problema.
«Non è una questione di reddito di cittadinanza – conclude – Molitierno - probabilmente manca la voglia di fare questo lavoro, dunque di lavorare dietro ad un banco e di fare il cameriere. Forse oggi i giovani hanno alle spalle famiglie più forti ed è passata la voglia di mettersi in gioco. Lo ripeto non riguarda solo il nostro settore, ma un po’ tutti. Probabilmente il Covid ha cambiato le priorità a favore del tempo libero. Mi chiedo, però, fino a quando questa situazione può essere sostenibile».
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