
«Complimenti, bravi a tutti - dice Bettarini durante sfogo su Instagram - Io mi ero ripromesso di non riparlare di questa cosa perché, obiettivamente non mi fa piacere. Non lo faccio per pubblicità o per apparire, str***te e perché non me ne frega nulla. Faccio questa storia perché sono inc****to e a quanto pare fare le storie su Instagram è l’unico modo per arrivare alla gente. Al di là del fatto che si commenta da solo quello che è successo - prosegue - Io sono stato zitto in tutti questi mesi, in cui ne sono successe di cose, son state dette parole. Però a me non me ne frega un c***o, dico quel che penso. E quel che penso è la giustizia italiana non esiste, è uno schifo, per chi sia figlio chi, figlio di qua, figlio di là, per tutti quanti, per tutti».
«Soprattutto volevo fare i complimenti al mio avvocato - dice ancora Bettarini - dal quale non ho saputo niente per mesi. Ho dovuto sapere tutto attraverso notizie e amici miei. Ci ha abbandonato praticamente dopo l’ultima sentenza. Vi spiego anche perché, non me ne frega un c***o. La signora Alessandra Calabrò voleva che a gennaio io andassi a parlare in un programma chiamato Porta a Porta a elogiarla del lavoro che ha fatto: bel lavoro ha fatto comunque, sì, sì - dice ironicamente - Io ho rifiutato perché mi ero promesso, dopo l’ultima sentenza, di non riparlare più di questa cosa. Io avevo detto che la giustizia era stata giusta con me, mi ritenevo fortunato, purtroppo non è più così».
Il 30enne, accusato di aver sferrato le 9 coltellate al figlio 20enne dell'ex calciatore e della conduttrice tv e che aveva ammesso in parte i fatti, era stato condannato a gennaio in abbreviato dal gup Salvini alla pena più elevata, rispetto a quelle degli altri tre imputati, anche loro arrestati per tentato omicidio e che hanno ottenuto i domiciliari nelle scorse settimane (uno, però, è tornato in carcere dopo un'evasione).
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