Neonata nel cassonetto a Milano, l'autopsia: «Era già morta quando è stata abbandonata». Anche la madre potrebbe essere in pericolo

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti per infanticidio, ma l'esito dell'autopsia cambierebbe la posizione della donna e di chi, eventualmente, si trovava con lei

Neonata nel cassonetto a Milano, l'autopsia: «Era già morta quando è stata abbandonata». Anche la madre potrebbe essere in pericolo
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Domenica 30 Aprile 2023, 14:17

La neonata abbandonata in un cassonetto degli abiti usati era già morta quando è stata trovata senza vita a Milano. Sarebbero questi gli esiti della dall’autopsia eseguita nella notte all’istituto di Medicina legale del capoluogo meneghino.

La bambina non avrebbe respirato sin dalla nascita. Un aspetto che deve essere confermato: serviranno ulteriori esami. Bisogna anche capire il perché sia nata morta. Gli investigatori continuano a cercare la madre della piccola, anche perché non si conoscono le sue condizioni: non si sa nulla di lei, nemmeno se anche lei sia in pericolo.

Neonata abbandonata nel cassonetto a Milano

Il pensionato che venerdì sera è passato in via Botticelli, in zona città Studi a Milano, ha provato con un conoscente a esorcizzare l'agghiacciante tragedia che aveva intuito, vedendo una manina sporgere dal cassonetto giallo per la raccolta dei vestiti usati della Caritas. «Ma è una bambola?'», ha chiesto all'altro, avvicinandosi mentre saliva il terrore nello scoprire che era il corpo di una neonata di poche ore. Poi ha chiamato il 118, che ormai non poteva fare più nulla, e gli operatori dell'emergenza hanno a loro volta avvertito la Polizia, che è giunta con gli agenti della Squadra mobile della Scientifica, il pm di turno, Paolo Storari e il medico legale nella zona, che intanto era stata transennata. La piccola era nel cassetto girevole in cui si pongono i vestiti, quasi come se la madre la volesse fare ritrovare. La certezza che fosse nata da poche ore dalla presenza della placenta, mentre il corpicino era avvolto in una felpa.

Inchiesta per infanticidio

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti per infanticidio, ma l'esito dell'autopsia cambierebbe la posizione della donna e di chi, eventualmente, si trovava con lei. Subito sono cominciati gli accertamenti della Squadra mobile, che ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e di quelle dei mezzi pubblici, nella speranza che contengano immagini utili per identificare la madre, mentre sono stati controllati gli ospedali del Milanese per capire se una donna si sia presentata per essere curata dopo un parto.

Una delle ipotesi - corroborata dall'esame autoptico al quale comunque seguiranno ulteriori accertamenti - è che la piccola sia stata portata già morta nel cassonetto, dal momento che, se così non fosse, qualcuno avrebbe sentito i vagiti o visto dei movimenti e si sarebbe accorto della sua presenza.

Si confida anche nel fatto che qualcuno si faccia avanti raccontando di aver notato qualcosa di anomalo.

LE REAZIONI

La Caritas Ambrosiana esprime attraverso il suo direttore Luciano Gualzetti «il dolore più profondo» per la tragedia : «La nostra preghiera è per la piccola vita perduta, oltre che per le persone coinvolte». «Abbiamo appreso con sgomento dai media la triste notizia - spiega Gualzetti -. I nostri Centri d'ascolto e i nostri servizi quotidianamente accompagnano e sostengono, spesso collaborando con i Centri di aiuto alla vita, genitori e madri alle prese con maternità indesiderate o difficili. Avvenimenti dolorosi, come quello avvenuto ieri, ci confermano nell'impegno per la tutela e per la promozione della vita nascente e per il sostegno a nuclei familiari in difficoltà, e ci spronano a intensificare tale attenzione».

I PRECEDENTI

Anche perché, nel capoluogo milanese, negli ultimi tempi, madri che si erano rese conto di non poter curare i propri neonati ce ne sono state ma in due casi, con estremo dolore, avevano deciso di affidarli a ospedali, senza riconoscerli ma evitando la sorte peggiore. Era accaduto il 12 aprile, quando una madre aveva partorito una bimba in un capannone in disuso alla periferia della città. Era stato chiamato il 118 ed entrambe erano state portate all'ospedale Buzzi, punto di riferimento in campo materno infantile. Qui la donna non aveva voluto riconoscere la figlia affidandola ai medici e, di fatto, avviando quei dieci giorni i termini dei quali, salvo ripensamenti, dovrebbero portare alla sua adozione. Chi invece probabilmente avrà già dei nuovi genitori in tempi brevi è il piccolo che tutti in ospedale hanno cominciato da subito a chiamare Enea. Il neonato era stato adagiato il giorno di Pasqua nella «culla per la vita» del Policlinico, creata alcuni anni fa. Già sono in corso le valutazioni, da parte del Tribunale dei minori del capoluogo, sull'idoneità delle coppie che da tutta Italia hanno presentato domanda di adozione nazionale.

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