Sì, perché la sentenza è stata di condanna per i due finanzieri accusati di aver intascato la mazzetta e per un padre e la figlia candidata al concorso da aspirante finanziere che quei soldi li avrebbero pagati.
Il caso risale al dicembre 2015 con la svolta dell'inchiesta coordinata dai pm Giancarlo Novelli e Valter Brunetti del pool guidato dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino. Le accuse ruotavano attorno ai 50mila euro, in contanti e versati in più tranche, che un maresciallo in pensione avrebbe consegnato a due marescialli della Guardia di finanza per assicurarsi l'ammissione della figlia al corso per allievi sottufficiali nell'anno accademico 2015/2016. Tentativo che poi fallì, perché la ragazza non superò le prove orali, e i soldi furono in parte rimborsati.
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