La tragedia di Giulio Regeni: sul corpo
del ragazzo anche segni di tortura

Giulio Regeni
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 15:26

IL CAIRO - Una vicenda ancora molto poco chiara e una comunità - quella friulana - in lutto. Giulio Regeni, il cui cadavere è stato ritrovato ieri sulla strada Il Cairo-Alessandria, avrebbe riportato bruciature e segni di tortura.

 Giallo sulle cause della morte dello studente friulano Giulio Regeni al Cairo. Il cadavere è stato trovato in un fosso della periferia della capitale egiziana. Sul corpo ci sono segni di bruciature di sigaretta, tortura, ferite da coltello e segni di una «morte lenta», secondo quanto riferisce il procuratore egiziano alla Associated Press. Ma il direttore dell'Amministrazione generale delle indagini di Giza aveva detto che «le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni »sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato«. Il ministro degli estri, Paolo Gentiloni, chiede »verità«.

L'ambasciatore egiziano Amr Mostafa Kamal Helmy, convocato oggi alla Farnesina, »ha espresso a nome del suo Paese profondo cordoglio per la morte di Regeni e - si legge in una nota - ha assicurato che l'Egitto fornirà la massima collaborazione per individuare i responsabili di questo atto criminale«. Il direttore dell'Amministrazione generale delle indagini di Giza, il generale Khaled Shalabi, ha sostenuto che »non c'è alcun sospetto crimine dietro la morte del giovane italiano Giulio Regeni, il cui corpo è stato ritrovato sulla strada desertica Cairo-Alessandria«: lo riporta il sito egiziano 'Youm7'. In dichiarazioni esclusive al sito, il generale »ha indicato che le indagini preliminari parlano di un incidente stradale e ha smentito che Regeni «sia stato raggiunto da colpi di arma da fuoco o sia stato accoltellato». Un avvocato per la difesa dei diritti umani egiziano, Mohamed Sobhy, la notte scorsa ha riferito sulla sua pagina Facebook che il corpo di Giulio Regeni si trovava nell'obitorio di Zeinhom, nel centro del Cairo, e c'era «un'impressionante dispositivo della Sicurezza nazionale».

Il ministero dell' «Interno si rifiuta di farmi vedere il corpo» e quindi «non si è sicuri della presenza di ferite sul suo corpo».

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