PERUGIA - Aveva undici anni quando ha accusato il bidello della sua scuola media di averla chiusa in un angolo e di averle toccato le parti intime. Aveva undici anni e quando arriverà la sentenza di primo grado sarà pronta a compierne 23. Sembra incredibile, ma avrà più del doppio della sua età all'epoca della violenza sessuale che ha denunciato e tutto il fascicolo intanto scivola verso la prescrizione, attesa tra il 2024 e il 2025. Un danno anche per l'imputato, che urla la sua innocenza e ancora non riesce a vedere la fine del processo a suo carico.
Processo, tra l'altro, ancora solo di primo grado, per cui ieri era attesa la discussione e la sentenza. Ma un legittimo impedimento del difensore dell'uomo, l'avvocato Eugenio Zaganelli, ha fatto slittare per cause di forza maggiore la decisione del collegio presieduto da Marco Verola (a latere Francesco Loschi e Sonia Grassi), dopo che l'ultima udienza si era svolta a marzo, sette mesi fa. E la prossima? Fra altri quattro, il 23 febbraio 2023. A dodici anni da quando una ragazzina neanche adolescente raccontò ai suoi genitori delle attenzioni inopportune di quel collaboratore scolastico che – disse – la toccò nelle parti intime. Il bidello, che all'epoca venne sospeso e ora è da tempo in pensione, difeso da Zaganelli, ha sempre ribadito la sua innocenza, spiegando come lui non abbia assolutamente toccato la ragazzina ma anzi l’abbia difesa dai volgari atteggiamenti dei suoi compagni che mimavano gesti osceni mentre lei stava ferma «come una candela». Ma la minaccia di rivelare tutto ai suoi genitori avrebbe – secondo la difesa dell’uomo – fatto scattare la vendetta dell’undicenne e quindi la sua denuncia.
Una tesi che la ormai giovane donna, anche a marzo in aula con la mamma e assistita dall’avvocato Marco Piazzai, ovviamente contesta con forza, ricordando con dolore quanto accaduto in quel corridoio della scuola in cui avrebbe dovuto sentirsi al sicuro.