La Corea del Nord non ha atteso nemmeno che i Grandi della Terra lasciassero Bali e i colloqui del G20: nelle prime ore di oggi ha lanciato l'ennesimo missile balistico a corta gittata verso il Mar del Giappone. Questa volta Tokyo non ha dovuto allarmare la popolazione e tantomeno fernare i treni Shinkanzen come due settimane fa e come il mese prima, quando un missile a lungo raggio sorvolò persino il Giappone prima di inabissarsi nel Pacifico.
A vuoto, in altre parole, gli appelli rivolte anche in questi ultimi giorni a Xi Jinping di fare pressioni su Kim Jong-un perché la smetta di provocare tensioni con test missilistici effettuati con crescente frequenza, per di più continuando il programma di sviluppo di armi nucleari sottraendo risorse vitali a un popolo allo stremo.
L'ultimo lancio è stato riferimo dal comando di stato maggiore congiunto di Seul, nel resoconto della Yonhap.
«Pur rafforzando il nostro monitoraggio e la nostra vigilanza, il nostro esercito mantiene una posizione di piena prontezza in stretta collaborazione con gli Stati Uniti», ha spiegato il Comando in una nota, a poche ore dall'avvertimento del ministro degli Esteri nordcoreano Choe Son-hui secondo cui Pyongyang si atterrà ad azioni militari «più feroci» se gli Usa daranno seguito al rafforzamento dell'impegno sulla «deterrenza estesa» nei confronti degli alleati regionali.
La deterrenza estesa, in particolare, si riferisce alla promessa di Washington di utilizzare una gamma completa delle sue capacità militari, sia nucleari sia convenzionali, per difendere i suoi alleati a partire da Corea del Sud e Giappone. Il presidente americano Joe Biden ha riaffermato tale impegno durante un vertice trilaterale con il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e il premier nipponico Fumio Kishida tenuto domenica a margine degli incontri regionali annuali dell'Asean tenuto Phnom Penh, in Cambogia.
Il 9 novembre la Corea del Nord aveva lanciato il suo ultimo missile balistico a corto raggio nel mar del Giappone. Pyongyang ha contestato l'intesa raggiunta da Washington, Seul e Tokyo obiettando che «più gli Stati Uniti sono intenzionati a rafforzare una deterrenza estesa ai loro alleati, più feroci le nostre risposte militari diventeranno e saranno direttamente proporzionali alle loro attività militari provocatorie», ha sottolineato Choe nella dichiarazione rilasciata dall'agenzia ufficiale Kcna. La mossa del Nord, ha aggiunto Choe, «arriverà come una minaccia più grave, realistica e inevitabile» per gli Stati Uniti e i Paesi che li seguiranno, poiché Washington «si renderà conto che sta prendendo una scommessa di cui è destinata a pentirsi».
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