Con i sopravvissuti sono state trasbordate anche le salme finora recuperate. I circa 400 migranti erano su un barcone sovraccarico soccorso dal pattugliatore della Marina Militare. I cadaveri erano nella stiva: molto probabilmente persone che non potevano permettersi un passaggio sul ponte, morte intossicate dalle esalazioni del combustibile.
Sulla Siem Pilot sarebbero stati trasbordati - ha riferito ieri sera la Guardia Costiera - anche 103 persone soccorse dalla nave militare tedesca Werra mentre viaggiavano a bordo di un gommone in difficoltà. Il porto di rientro dovrebbe essere Porto Empedocle, ma si attende conferma.
Scene raccapriccianti
Molto dure le parole di massimo Massimo Tozzi, comandante della nave Cigala Fulgosi della Marina che si è occupata dell'operazione di salvataggio di 319 migranti, ora tutti tratti in salvo: «Una scena a forte impatto emotivo, c'erano diversi cadaveri immersi in acqua, combustibile ed escrementi umani,questo il quadro che si è presentato ai nostri uomini quando sono saliti a bordo».
I cadaveri dei migranti trovati a bordo del barcone, soccorso al largo della Libia, erano stipati e chiusi nella stiva. Bisognerà capire se le vittime sono morte per il caldo o per i fumi del motore del barcone. Intanto sono ancora in corso le operazioni di trasbordo dei migranti sopravvissuti dal barcone alla nave della Marina Militare.
I soccorsi
Proseguono intanto le operazioni di trasbordo dei migranti dal barcone stipato di persone ai gommoni di salvataggio della Marina che poi li trasferiscono sul pattugliatore Cigala Fulgosi.
Il mare è calmo e ciò favorisce le operazioni di soccorso.
La prima reazione
«La nuova tragedia di oggi non sarà l'ultima se non si risolve il problema della Libia». Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, commenta il nuovo naufragio facendo appello «alla comunità
internazionale». «Il mondo - ha sottolineato Alfano - non può attendere di fronte alla crisi della Libia che è un vulcano acceso non di fronte all'Italia, ma all'Europa. O la comunità internazionale è in grado di risolvere la situazione lì o la tragedia di oggi non sarà l'ultima. Stiamo pagando due volte l'intervento contro Gheddafi, in seguito al quale c'è stata inerzia da parte della comunità internazionale». Il ministro ha comunque tenuto a dire che «oggi in 320 sono stati salvati dalla nostra Marina, noi abbiamo questo merito e ci rende orgogliosi. Facciamo fino in fondo quello che è il dovere di una grande democrazia: salviamo vite e rimpatriamo chi non fugge da guerre o da persecuzioni, ma arriva illegalmente sul nostro territorio. C'è una responsabilità geopolitica imponente che grava sull'Italia».
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