Messina Denaro, individuato il secondo covo: è un bunker all'interno di un'abitazione: decisivi i dati catastali. Anche un oncologo indagato

Messina Denaro, individuato il secondo covo: è un bunker all'interno di un'abitazione
Messina Denaro, individuato il secondo covo: è un bunker all'interno di un'abitazione
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 17:17 - Ultimo aggiornamento: 17:33

Dal nostro inviato

CAMPOBELLO DI MAZARA - Trovato il secondo covo di Matteo Messina Denaro. Lo hanno individuato i magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros. Oltre all'apparamento di vicolo San Vito a Campobasso di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all'interno di un'altra abitazione nella stessa area. È lì che l'Antimafia spera di trovare carte compromettenti sui suoi affari che non erano state ritrovate nel primo covo.

Nel frattempo, l'oncologo trapanese Filippo Zerilli è indagato nell'inchiesta sulla rete dei favoreggiatori del boss. Avrebbe eseguito l'esame del dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castlelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l'identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta.

DATI CATASTALI - Al secondo covo gli investigatori del Gico della Guardia di Finanza sarebbero arrivati grazie all'analisi di alcuni dati catastali. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme ad un'analisi del contesto scaturita da un'attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo.

La prima ora d'aria

All'interno del penitenziario di massima sicurezza dell'Aquila intanto, il boss ha già fatto la sua prima ora d'aria, si è organizzato la cella ed è molto attivo, mostrandosi sempre sorridente con il personale che incrocia nel carcere, secondo quanto trapela da indiscrezioni che aggiungono: «Il suo sarebbe un comportamento anomalo rispetto a come si comportano di solito i detenuti al 41 bis».

A quanto si apprende da fonti informate, le sedute di chemioterapia potrebbero essere disposte in massima sicurezza in una struttura all'esterno del carcere.

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