Messina Denaro, arrestati due fedelissimi e perquisita la casa della madre. E spunta un “pizzino” del boss

Matteo Messina Denaro, come è e come potrebbe essere in un identikit diffuso dalla polizia
Matteo Messina Denaro, come è e come potrebbe essere in un identikit diffuso dalla polizia
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Sabato 20 Giugno 2020, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 14:00
 Nell'ambito dell blitz antimafia che all'alba di oggi ha portato all'arresto di due persone ritenute vicine al boss latitante Matteo Messina Denaro, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sono state notificate informazioni di garanzia ed eseguite perquisizioni nei territori di Marsala, Mazara del Vallo e Castelvetrano nei confronti di 15 indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi, favoreggiamento della latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro, pure indagato nell'ambito del medesimo procedimento penale per tentata estorsione. Anche l'abitazione di Castelvetrano, dove risulta la residenza anagrafica del latitante, è stata sottoposta a perquisizione.


L'indagine, denominata «Ermes Fase 3», «ha disvelato che i 15 indagati, membri o contigui dei mandamenti mafiosi di Mazara del vallo e di Castelvetrano, si sono adoperati per garantirne gli interessi economici, il controllo del territorio e delle attività produttive da parte dell'associazione e per aver favorito, in passato, la comunicazione riservata con il latitante Matteo Messina Denaro», dicono gli inquirenti. 

Nel corso del blitz, gli uomini della Squadra mobile di Trapani hanno anche perquisito l'abitazione della madre del capomafia nel centro di Castelvetrano (Trapani). Lì risulta ancora la residenza anagrafica del capomafia ricercato dal 1993.

C'è anche la traccia di un "pizzino", cioè di un biglietto del boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro nell'indagine della Dda di Palermo che all'alba di oggi ha portato all'arresto di due persone ritenute vicine al capomafia. In carcere sono finiti Giuseppe Calcagno, 46 anni, e Marco Manzo. L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Paolo Guido. La notizia del 'pizzinò della primula rossa è spuntata durante una intercettazione.

 
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