Meningite, incubo a Bergamo: uomo ricoverato, è il marito della donna morta 10 giorni fa

Incubo meningite: uomo ricoverato, sesto caso in un mese e mezzo
Incubo meningite: uomo ricoverato, sesto caso in un mese e mezzo
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Lunedì 13 Gennaio 2020, 19:25 - Ultimo aggiornamento: 22:15


Incubo meningite: uomo ricoverato, sesto caso in 45 giorni. Nuovo caso di sepsi da meningococco nel Sebino: un uomo residente nella zona è stato ricoverato all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma non è in pericolo di vita. Si tratta del sesto caso in un mese e mezzo, dopo i quattro precedenti di tipo C (due mortali) e uno di tipo B. 
L'uomo ricoverato presso l'Ospedale Papa Giovanni XXIII è il marito di Marzia Colosio, la donna di 48 anni morta 10 giorni fa. Lo conferma l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. «L'uomo, 54 anni, era stato sottoposto alla profilassi antibiotica precauzionale - spiega Gallera - che però non ha sortito completamente l'effetto auspicato a causa delle sue pregresse fragili condizioni di salute. Il paziente si trova fortunatamente ora in condizioni non gravi. Le azioni di profilassi per i contatti più stretti sono già state attivate dall'ATS di Bergamo».





Il cinquantaquattrenne è stato colpito dal tipo C del batterio, lo stesso ceppo che ha ucciso sua moglie e, a inizio dicembre, la studentessa diciannovenne Veronica Cadei, di Villongo, e causato la sepsi ad altre due persone, ora fuori pericolo. Il quinto caso, un sedicenne anche lui del Basso Sebino, è invece risultato avere il meningococco di tipo B. «In queste ore l'Istituto Superiore di Sanità ha confermato che i primi 4 casi di Sepsi da meningococco C registrati nelle scorse settimane nel Basso Sebino presentano lo stesso genotipo del batterio - evidenzia ancora l'assessore Gallera -. Questo elemento conferma la scelta di procedere all'offerta vaccinale estesa alla popolazione della zona. Un'offerta che prosegue anche nei prossimi giorni negli ambulatori straordinari, nelle scuole superiori, nelle aziende e attraverso i medici di base del territorio». «Le azioni precauzionali e preventive sono già state attivate in modo tempestivo. Invito tutti, sinceramente, a tornare alla normalità della vita sociale», evidenzia l'assessore Gallera, che si dice «rammaricato per alcune scelte eccessivamente emotive e non giustificabili adottate nei giorni scorsi nell'ambito del settore sportivo: la scelta di cancellare addirittura manifestazioni sportive in calendario, alcune delle quali si giocano all'aperto, non è utile in alcun modo e non giova a questo territorio e ai suoi abitanti». Il riferimento è alle due squadre di volley che non si sono presentate per due partite nella zona, per il timore di contagio del batterio.
Le vittorie sono state così assegnate a tavolino. Per quanto riguarda le scuole, nella Bergamasca oggi e domani è interessato dalla campagna vaccinale l'istituto Lorenzo Lotto di Trescore Balneario, mercoledì e giovedì toccherà a studenti e docenti dell'istituto Lorenzo Federici di Trescore e venerdì a quelli del Centro di Formazione professionale di Trescore, mentre nel Bresciano domani e dopo sarà interessato l'istituto Antonietti, mentre da giovedì l'istituto paritario Madonna della Neve del comune di Adro, sempre sia per gli studenti sia per i dipendenti.


PARTITE RINVIATE
Due partite di volley, in provincia di Bergamo, sono state assegnate a tavolino perché gli avversari non si sono presentati a causa dei timori per la meningite nel Basso Sebino. Lo riporta oggi l'Eco di Bergamo. A Sarnico (Bergamo) non si è presentato il 'Cenate Sottò (che avrebbe dovuto incontrare il Csi oratorio Sarnico; mentre nel Campionato provinciale Fipav di prima divisione a dare forfait è stata la squadra 'Volleymanià di Nembro (Bergamo).

ALLARME DIFFUSO
In Italia, per il Comitato Nazionale contro la Meningite, sono oltre mille le persone che ogni anno contraggono la malattia: circa una ogni due è colpita da quella meningococcica. Stando ai dati della Società Scientifica Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, i casi di malattia invasiva meningococcica, tra 2010 e 2016 sono stati in media, circa 200 l'anno nel nostro Paese. I dati epidemiologici dell'Istituto Superiore di Sanità rivelano che il decesso vale per l'8-14% dei pazienti colpiti. Senza cure adeguate, pwerò, la mortalità sale addirittura al 50% dei casi. Nel 2018, i bambini di due anni che, nel nostro Paese, risultavano vaccinati per il meningococco C erano l'84,93%. Più del 15% dunque non lo era. Il sierotipo B provoca circa l'80% dei casi in età pediatrica. «I bambini al di sotto dei 5 anni di età e gli anziani sono a rischio più elevato - spiegano al Ministero della Salute -. Per quanto riguarda il sierogruppo B, la maggior parte dei casi si concentra fra i bambini con meno di un anno di età». I mesi più a rischio per la trasmissione del meningococco sono proprio quelli invernali. Il batterio, infatti, spiega la Simit, si trasmette per via aerea, resiste poco all'esterno ed è facilitato dalla vicinanza tra persone in ambienti chiusi e affollati.
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