Il medico è morto di Covid perché andava a visitare i pazienti positivi in una Rsa e per il tribunale si tratta di infortunio sul lavoro che va risarcito. Il padre, medico di famiglia, è morto di Covid ma l'assicurazione ha negato il risarcimento. La figlia del medico, una quarantenne che vive a Firenze, assistita dall'avvocato fiorentino Jacopo Pepi, si è rivolta al tribunale che ha riconosciuto il decesso come infortunio sul lavoro e condannato la compagnia assicurativa a risarcire 130.000 euro, di cui 125.000 a titolo di indennizzo e 5.000 come penale per il ritardo nella liquidazione. È quanto riferisce oggi Il Tirreno di Firenze.
Assisteva i pazienti ricoverati in una Rsa
Il medico è morto nel 2020: aveva contratto l'infezione mentre assisteva pazienti ricoverati in una Rsa del nord Italia.
Inoltre ha stabilito che la morte del Covid è per il medico un infortunio sul lavoro in virtù del decreto legge 17 del marzo 2020, relativo alle misure di potenziamento del Ssn varate per fronteggiare l'emergenza epidemiologica. «A seguito dell'introduzione di tale norma - scrivono i giudici - l'infezione da Coronavirus avvenuta in occasione di lavoro è quindi considerata infortunio a tutti gli effetti e non malattia».
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