Mattia travolto sulle strisce e ucciso a 14 anni: «Sembrava un proiettile. Si è fermato perché l'auto era distrutta»

Mattia travolto sulle strisce e ucciso a 14 anni: «Sembrava un proiettile. Si è fermato perché l'auto era distrutta»
Mattia travolto sulle strisce e ucciso a 14 anni: «Sembrava un proiettile. Si è fermato perché l'auto era distrutta»
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Martedì 9 Giugno 2020, 12:45 - Ultimo aggiornamento: 15:29

ROMA - «Il ragazzo che guidava la macchina sarà andato almeno a 300 all'ora, nemmeno ci siamo accorti di lui, era come un proiettile. Noi stavamo attraversando sulle strisce, io ero appena dietro Mattia». Così gli amici che ieri sera erano in via Cilea con il 14enne travolto dalla Peugeot. «Si è fermato molti metri più avanti e forse solo perché la macchina era distrutta. Quando è sceso in strada si è acceso una sigaretta - continuano - e ci ha detto che non eravamo sulle strisce. Ha preso il telefono - dice un altro ragazzino - per chiamare il padre e serenamente gli ha detto 'Oh pa', ho investito uno».

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È un coro pieno di dolore e strazio quello che da ieri sera piange Mattia Roperto. I genitori sono disperati. «Mattia resta con mamma, non mi lasciare». È quanto avrebbe detto ieri sera tra le lacrime la mamma di Mattia, il ragazzino morto investito da un'auto a Roma, quando è arrivato sul luogo dell'incidente. «Era sconvolta - dicono le mamme di alcuni amici del ragazzo - anche noi non dimenticheremo mai quella scena. È stato terribile, una scena straziante. Non la dimenticheremo mai».


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«Ero a pochi metri di distanza da lui. Ho sentito un botto fortissimo, sembrava uno sparo». A parlare Lorenzo un amico di Mattia, il ragazzo morto investito da un'auto ieri sera all'Infernetto. «L'impatto è stato fortissimo - racconta un altro - Mattia era sulle strisce, la strada era illuminata da un lampione, è stato sbalzato per venti metri. L'auto è andata avanti per diversi metri poi si è fermata. Secondo me lo ha fatto solo perché si è distrutta nell'impatto».

«L'ho baciato, aveva ancora la bocca aperta. Gli avevo messo l'apparecchio, ma che importa l'apparecchio? Aveva 14 anni, una vita davanti e me lo hanno falciato così. Adesso io come faccio?». Sono da poco passate le 23 di ieri sera in via Cilea, una delle vie principali dell'Infernetto, a Roma, e, come dicono gli stessi residenti, anche la meglio illuminata. Le urla disperate che fanno sussultare le persone scese in strada al rumore dell'impatto sono quelle di una donna sul marciapiede che divide le due corsie. Piange, parla, si strazia davanti al corpo del figlio steso sotto a un lenzuolo bianco. Sorretta da parenti e amici, ricorda quando poco prima aveva salutato il figlio prima di uscire, gli aveva raccomandato di stare attento. Siede poco più avanti l'incrocio che separa il discount dalla scuola elementare e media, al di là delle transenne che delimitano l'area dell' incidente. Suo figlio Mattia, 14 anni, stava attraversando le strisce pedonali in gruppo quando è stato travolto da una Peugeot 108 ferma più avanti di 30 metri rispetto al corpo.

Non c'è un segno di frenata, neppure impercettibile sull'asfalto sul quale l'utilitaria ha seminato ovunque pezzi di carrozzeria. «Correva, deve essere andato almeno a 130 - dice lo zio all'Adnkronos - Aveva 14 anni mio nipote, la deve pagare».

Ieri sera, il primo lunedì di vacanza, Mattia era andato a fare una passeggiata con gli amici. Stavano attraversando la strada in gruppo quando la macchina è arrivata sulle strisce come un proiettile, mancando gli altri ragazzini per miracolo, schizzati avanti e indietro, ma centrando il 14enne saltato sul parabrezza e volato a terra prima che la Peugeot guidata da un ragazzo si fermasse molto più avanti. Sul posto decine di ragazzini sconvolti, parenti, conoscenti della vittima. «Hanno dovuto portare via il conducente dell'auto perché lo stavano linciando» raccontano i testimoni. Gli agenti della Polizia locale, impegnati per i rilievi con i carabinieri, sono rimasti fino a notte per ricostruire la dinamica dell' incidente.

Chi guidava la Peugeot 108 diretta verso via Wolf Ferrari potrebbe aver avuto un malore, essersi distratto: impossibile escludere ogni ipotesi al momento. «Sono scesa di corsa perché abbiamo sentito un botto, un crac spaventoso - racconta all'Adnkronos una donna - Qui corrono tutti, di notte ma anche di giorno».

La mamma di Mattia viene portata via quando mancano pochi minuti all'una, quasi a forza. Seguita dai parenti e dagli amici, fissa il corpo sotto al telo fin quando i bandoni metallici della recinzione glielo permettono. C'è un uomo che la sorregge, stringe nell'altra mano le scarpe di Mattia, perse nell'impatto insieme ai calzini ancora in strada.

«Qui è il far west. Corrono tutti come matti. È il terzo investimento mortale in pochi mesi. Su questa strada sono già morti una donna e un ragazzo». A dirlo Ivana, una residente dell'Infernetto, recandosi sul luogo dell' incidente . «Ci sentiamo abbandonati - dice un'altra - qui su via Cilea corrono tutti. Più che dire ai nostri figli di attraversare sulle strisce che dobbiamo fare». I residenti chiedono «più controlli, autovelox e dossi per evitare di correre».

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