Di quella serata ha solo dei flash, «dei piccoli flash di quello che è successo». Uno è quello di un volto, di un giovane che sarà identificato in Mattia Lucarelli, 23enne difensore del Livorno, figlio dell'ex calciatore Cristiano, «che mi guardava e rideva di quello che accadeva». È lo stesso che al termine della presunta violenza - per cui è da venerdì ai domiciliari, come l’amico e compagno di squadra Federico Apolloni, anche lui 23enne, mentre altri tre giovani sono indagati - la riaccompagna in macchina a casa: «Mi ha detto che siccome era stato bellissimo, avremmo dovuto rifarlo». Lo racconta la studentessa statunitense di 22 anni che ha denunciato lo stupro di gruppo al Corriere della Sera.
La serata
Come la giovane, da un’uscita in compagnia di altri studenti stranieri, sia poi finita in quell’appartamento nei dintorni di piazzale Libia, a Milano, dove avrebbe subito la violenza del gruppo, la 22enne non sa ancora spiegarselo. «Io non mi ricordo come sono salita sulla macchina dei ragazzi né perché. Probabilmente perché tutti i taxi che io e la mia amica cercavamo ci annullavano la corsa. In quel momento ero molto ubriaca e non riesco a ricordare nulla», anche se dice di sospettare che durante la serata qualcuno possa averle fatto bere «qualcosa».
I video
Durante il viaggio, nei video girati dai ragazzi, si sente la statunitense dire «Oh, know I no home» («Lo so che non sono a casa») e «I should go home» («Dovrei tornare a casa»). «L’ultima cosa che ricordo è che loro mi hanno detto di sedermi sul divano».
Martedì sono in programma gli interrogatori di garanzia dei due arrestati. Intanto in serata, papà Cristiano torna via Instagram a difendere il figlio. E puntualizza: «Quei benedetti video li abbiamo consegnati noi spontaneamente alla polizia» perché «all’interno ci sono elementi d’innocenza, non di colpevolezza».