Il giuramento del presidente Mattarella
"Sarò arbitro imparziale, aiutatemi"

Il giuramento del presidente Mattarella "Sarò arbitro imparziale, aiutatemi"
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Martedì 3 Febbraio 2015, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 18:41

ROMA - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella giura a Montecitorio davanti al Parlamento riunito in seduta comune e pronuncia il suo primo discorso alla nazione.

«Avverto la responsabilità dell'unità della Nazione. E insieme delle attese e delle aspettative su di me», ha esordito. «L'unità rischia di essere difficile, fragile e lontana, l'impegno di tutti è a superare le difficoltà degli italiani». Quindi il Presidente ha lanciato un appello all'unità rivolto a tutte le forze politiche.

«La lunga crisi ha inferto ferite e prodotto emarginazione e solitudine, tante difficoltà hanno colpito occupazione e creato esclusione». Quelli economici sono «punti di un'agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione». «Mi impegno a confermare il patto Costituzionale che ha mantenuto il paese unito e riconosce i diritti costituzionali e il patto di unità sociale che impegna a rimuovere gli ostacoli che limitano le libertà e l'uguaglianza».

«Per uscire dalla crisi che ha fiaccato l'economia nazionale ed europea va alimentato il ciclo economico da tempo atteso». «L'urgenza delle riforme istituzionali e economiche deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla comunità». «Al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita da alimentare a livello europeo. Il governo ha opportunamente perseguito questa strategia». Come più volte sollecitato dal presidente Napolitano, una priorità è costituita dall'approvazione di una nuova legge elettorale, tema sul quale è impegnato il Parlamento».

«I cittadini chiedono trasparenza e coerenza nelle decisioni». «Questo Parlamento presenta elementi di cambiamento: la più alta percentuale di donne e tanti giovani. Un risultato prezioso che troppo volte la politica stessa finisce di dimenticare». «Siamo tutti chiamati ad assumere la responsabilità primaria di riaccostare gli italiani alle istituzioni.

Bisogna intendere la politica come bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti. È necessario ricollegare le istituzioni a quei cittadini che le sentono estranee».

«La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste nella sua applicazione, nel viverla giorno per giorno». «Garantire la Costituzione vuol dire garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri», continua. «I giovani parlamentari rappresentano con la loro capacità critica e indignazione la voglia di cambiare. A loro chiedo di dare un contributo ad essere unità nazionale non dimenticando mai l'essenza dell'essere parlamentari. Il Parlamento non sia l'inasprimento della società ma si sia rappresentanti tutti insieme dell'intero popolo italiano e tutti insieme al servizio del Paese». E poi Sergio Mattarella parla di ripudiare la guerra e di garantire la pace. E scatta il lungo applauso del Parlamento: «Garantire la Carta significa riconoscere e rendere effettivo il diritto del lavoro. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace».

«Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del Capo dello Stato bel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. È un'immagine efficace. All'arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L'arbitro deve essere e sarà imparziale». «Io sarò un arbitro imparziale - ha sottolineat - ma voi giocatori aiutatemi comportandovi con correttezza».

«La lotta alla mafia e alla corruzione sono priorità assolute». «È allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove» è «un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti». «L'attuale Pontefice Francesco che ringrazio per il messaggio di auguri che ha voluto inviarmi ha usato parole severe contro i corrotti «uomini di buone maniere ma di cattive abitudini».

Standing ovation dell'Aula della Camera quando Sergio Mattarella ricorda il valore dell'antifascismo e della lotta alla mafia. «La corruzione divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci».

«Nella lotta alle mafie abbiamo avuto molti eroi. Penso tra gli altri a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino», ha detto il presidente della Repubblica, sottolineando che «per sconfiggere la mafia occorre una moltitudine di persone oneste, competenti, tenaci. E una dirigenza politica e amministrativa capace di compiere il proprio dovere».

«Altri rischi minacciano la nostra convivenza. Il terrorismo internazionale ha lanciato la sua sfida sanguinosa, seminando lutti e tragedie in ogni parte del mondo e facendo vittime innocenti». «Siamo inorriditi dalla barbarie della decapitazione di ostaggi, dalle guerre e dagli eccidi in Medio Oriente e in Africa, fino ai fatti tragici di Parigi». «Per minacce globali servono risposte globali. Un fenomeno così grave non si combatte chiudendosi nel fortino degli Stati nazionali. I predicatori d'odio reclutano assassini, utilizzano Internet. La comunità internazionale deve mettere in campo tutte le risorse».

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda nell'aula della Camera la morte di Stefano Gaj Tachè, il bambino di soli due anni ucciso nell'attentato alla sinagoga di Roma il 9 ottobre 1982 da un commando palestinese. L'intera aula ha tributato al ricordo del bambino «vittima del terrorismo» un lungo applauso.

«L'Europa rappresenta oggi ancora una volta una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata senza indugio». «Il sentimento della speranza - prosegue Mattarella - ha caratterizzato l'Europa nel dopoguerra e alla caduta del muro di Berlino. Speranza di libertà e di ripresa dopo la guerra, speranza di affermazione di valori di democrazia dopo il 1998». Quella dell'immigrazione «è un'emergenza umanitaria grave e dolorosa che deve vedere l'Ue più attenta, impegnata e solidale».

«Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinché la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trovi al più presto una conclusione positiva con il loro definitivo ritorno in Patria». L'applauso parte dai banchi di Fdi e si propaga subito al resto dell'Aula tranne che a M5S. «Alle Forze armate, sempre più strumento di pace ed elemento essenziale della nostra politica estera e di sicurezza - ha proseguito Mattarella - rivolgo un sincero ringraziamento, ricordando quanti hanno perduto la loro vita nell'assolvimento del proprio dovere».

«Il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni», ha detto Mattarella augurandosi che «negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi con fiducia i volti degli italiani» che sono «volti e storie che raccontano di un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace».

Dura poco più di tre minuti l'applauso dell'Aula di Montecitorio alla fine del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Tutta l'Aula si è levata in piedi, compresi i parlamentari di M5S che però non hanno applaudito. Gli applausi sono stati in tutto 41 oltre a quello iniziale.

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