BOLOGNA - Matrimonio forzato a Bologna. Una ragazza di 19 anni è stata isolata, tenuta a digiuno due giorni dai familiari che le avrebbero dato da bere del latte dal sapore cattivo che l'ha fatta addormentare e poi risvegliare con un gran mal di testa.
La denuncia
Lo ha raccontato ai suoi insegnanti la ragazza indiana di 19 anni che accusa i familiari di maltrattamenti e di costrizione al matrimonio. Il 13 aprile la scuola, un istituto superiore del Bolognese, ha segnalato i fatti alla Polizia. Il padre aveva scoperto che si era innamorata di un giovane connazionale e l'avrebbe picchiata: si sarebbe seduto davanti a lei dandole dei calci e avrebbe minacciato di tagliarle la gola.
Le parole del legale
“Un’altra Saman che si cerca di salvare, ma la burocrazia non riesce a farsene carico”, ha detto il legale che la sta aiutando. “Ieri ho ricevuto una richiesta di aiuto da parte di questa ragazza.
Le segnalazioni
La prima segnalazione alla polizia è quindi stata fatta dalla scuola, mentre successivamente la ragazza è stata sentita e ha formalizzato la sua denuncia. Ieri è tornata in commissariato insieme all'avvocata che la difende, Barbara Iannuccelli, per cercare una soluzione. Nella notte è stata affidata e ospitata dalla preside, mentre ora la Questura di Bologna (territorio dove è presente la scuola frequentata dalla ragazza, che invece risiede nel Modenese) si è attivata per la collocazione in una struttura protetta. La scuola si è mossa a fine marzo dopo che una parente della giovane telefonò dicendo che la ragazza non stava bene e che aveva perso il cellulare. Ma il giorno dopo la ragazza raccontò a un insegnante che non aveva avuto malattie, che il telefono le era stato tolto e mostrò i segni sul collo, che le sarebbero stati fatti dal padre dopo la scoperta della relazione con un ragazzo che, a suo dire, non avrebbe potuto avvicinare perché già promessa sposa. La giovane ha riferito anche di essersi svegliata, dopo aver bevuto il latte cattivo, e di aver trovato i suoi vestiti impacchettati. La scuola ha attivato anche volontari di un centro antiviolenza, a cui la ragazza ha ribadito i racconti.
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