Marmolada, Rosolino ride e la foto scatena la bufera sui social. Le scuse

Marmolada, Rosolino ride e la foto scatena la bufera sui social. Le scuse
Marmolada, Rosolino ride e la foto scatena la bufera sui social. Le scuse
4 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Luglio 2022, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 10:30

«Rosolino, ma che ti ridi?». Pioggia di critiche per la foto pubblicata da Massimiliano Rosolino, sorridente, con sfondo Marmolada. C'è un spiegazione: il tempismo non è proprio l'arma vincente di Massimiliano Rosolino finito nella bufera per una foto pubblicata sul suo profilo Instagram. Lo scatto in questione ritrae il campione di nuoto a Canazei, dove appare con aria sorridente e felice. C’è pure un commento: «Chi non ride non vince». Seguono gli hashtag #smile e #winner. Ma Canazei è a una manciata di chilometri dal luogo del disastro della Marmolada (che si vede sullo sfondo nell’immagine), dove ancora sono in corso le ricerche dei dispersi travolti dalla valanga di ghiaccio.

In realtà la foto risale a una settimana fa, dunque ben prima della tragedia della Marmolada. Ma è stata postata solo 2 giorni fa. «L’ho messa perché sul profilo Instagram mi piace condividere il “vissuto” personale e i luoghi belli. Lungi da me l’idea di offendere o di ferire qualcuno: non mi sento un criminale. Ma di sicuro nel futuro starò più attento», si difende la stella del nuoto azzurro.

«Forse oggi non c’è molto da ridere lì…»; «Str...., togli quella foto»; «Girati, alle tue spalle ci sono dei morti»; «Senza parole…»: molti dei suoi follower lo hanno invitato a vergognarsi. La replica di Max è articolata e parte da una premessa: «Ero lì pochi giorni fa e mi dispiace per ogni persona che soffre.

Ho mia mamma che si opera e un suocero a letto. Cosa facciamo smettiamo di sorridere? Sorridere sempre appartiene al mio modo di essere e di fare. Il sorriso è il messaggio degli sportivi ed è il mio imprinting».

«Scatti precedenti alla disgrazia»

Rosolino ha alcuni punti da sottolineare: «Prima di tutto il momento di quegli scatti: non sono stati successivi alla disgrazia, ma li ho fatti ben prima. Ero a Canazei assieme a 35 bambini di un famoso camp estivo che ne accoglie addirittura 900: quindi immortalavo qualcosa di felice. Secondo: ho pubblicato le immagini senza pensare al disastro, anche perché la Marmolada è più in là. Volevo sottolineare la bellezza di quei posti, contavo di comunicare una bella immagine della Val di Fassa, che è un luogo splendido. Infine, io sono anche legato al WWF, quindi promuovere l’attenzione verso la natura è una cosa che mi appartiene».

«Non lo rifarei»

Max ammette però che è stata una leggerezza. «Ovvio che non lo rifarei. Chiedo anche scusa, ma sottolineo che in certe reazioni c’è molta ipocrisia. Non mi risulta, ad esempio, che dopo la disgrazia da quelle parti si sia smesso di vivere e di condurre la consueta normalità quotidiana, serale e notturna, al netto del dolore per quanto è accaduto: perché allora accanirsi contro quella foto? Aggiungo che non sono immune da critiche e che accetto di buon grado tutto ciò che è costruttivo: lo faccio pure stavolta, diciamo che ho sbagliato una vasca da 50 metri. Ma deve finire lì, la mia sincerità e la mia buona fede non possono essere messe in discussione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA