Microcamere e biancheria rubata
alle soldatesse: maresciallo nei guai

Microcamere e biancheria rubata alle soldatesse: maresciallo nei guai
di P.T.
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Giovedì 8 Marzo 2018, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 16:25
REMANZACCO (Udine) - Un maresciallo dell'Esercito è stato citato in giudizio con l'accusa di aver piazzato delle microcamere nascoste in due spogliatoi di una palazzina adibita al personale militare femminile e di averne installate un paio anche nei singoli alloggi delle soldatesse. Lo rivela GrNet.it. I fatti sono accaduti nella caserma Severino Lesa di Remanzacco.

L'Esercito, da parte sua, conferma «la massima collaborazione con gli organi inquirenti, affinché venga accertata la verità dei fatti» e ha provveduto a trasferire il militare in un'altra sede. Sarebbero 23 le vittime del maresciallo, 53 anni, presunto «guardone», accusato anche di aver sottratto la loro biancheria intima dagli alloggi di tre soldatesse nei quali si introduceva clandestinamente.

Secondo l'accusa, inoltre, il militare avrebbe spiato anche i tablet, i computer e gli smartphone delle vittime sottraendo files attinenti alla loro sfera privata. Le soldatesse, alcune nel frattempo passate in altri corpi armati e di polizia dello Stato, sono venute a conoscenza dei fatti solo a seguito dell'instaurazione del procedimento penale.

Il maresciallo dovrà presentarsi davanti ai giudici il 4 ottobre prossimo. L'Esercito spiega che il sottufficiale è stato segnalato dal comandante dell'ente e ribadisce la «totale intransigenza e ferma condanna nel perseguire i comportamenti che violano l'etica militare e non rispettano i principi e i valori di riferimento della nostra Istituzione, screditando tutti gli appartenenti all'Esercito che, invece, con profonda onestà e professionalità, svolgono quotidianamente il proprio dovere, in Italia e all'estero, anche a rischio della propria vita».
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