La mamma ex tossicodipendente: «Fumavo cocaina anche in gravidanza». In comunità per amore del figlio

La mamma ex tossicodipendente: «Fumavo cocaina anche in gravidanza». In comunità per amore del figlio
La mamma ex tossicodipendente: «Fumavo cocaina anche in gravidanza». In comunità per amore del figlio
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Lunedì 4 Novembre 2019, 14:17 - Ultimo aggiornamento: 14:45
Una mamma ex tossicodipendente, che ha scelto di ripulirsi ed entrare in comunità per amore di suo figlio: è la commovente storia che racconta oggi Repubblica, che parla di Angela e del figlio Leo (nomi di fantasia). Lei dipendente dalle droghe per vent'anni, il bambino che dopo la nascita aveva sofferto di crisi di astinenza, e ha convinto la mamma a disintossicarsi.

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Quarant'anni compiuti, un passato tra cocaina, eroina e hashish, gli ultimi tre anni li ha passati in una comunità di recupero per mamme tossicodipendenti, 'Casa Mimosa': «Leo mi ha dato la forza di uscire dalla tossicodipendenza - ha detto - con lui sono entrata in comunità e per tre anni ho lottato. Ora viviamo da soli, si chiama percorso di reinserimento». «Ma il senso di colpa di averlo fatto nascere quando ancora mi drogavo non mi abbandonerà mai, era minuscolo e in crisi di astinenza», ricorda: Leo infatti naque positivo alle sostanze e fu costretto giù in culla ad affrontare il dramma dell'astinenza.

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Il suo racconto è scioccante: «Ho fumato cocaina fino a poche ore prima del parto. Leo è nato in macchina, mentre suo padre mi portava all'ospedale: sano per fortuna, anche se in astinenza purtroppo», dice Angela, che dopo essere rimasta incinta aveva voluto tenere il bambino nonostante il suo compagno (che poi l'ha lasciata dopo il parto) le dicesse di abortire. «Forse sentivo che sarebbe stato la mia salvezza», aggiunge, ricordando come «per tutta la gravidanza avevo continuato a drogarmi».

I servizi per i minori la misero davanti ad una scelta: curarsi, o mandare il bimbo in affido. «Stavo male, mi mancava la droga, ma vedere la sua culla nella nursery mi dava speranza», le sue parole. «Il primo anno è stato terribile: niente visite, nessun contatto con l'esterno, odiavo tutti tranne Leo. Ma sapevo che se avessi fallito l'avrei perso». Ora Angela e Leo vivono da soli, seguiti ancora dagli operatori della comunità, ma stanno pian piano tornando alla vita normale, anche se non è facile: «Quando ti sei drogata per metà della vita quel desiderio non ti abbandona più. Io mi definisco una tossica che non usa sostanze». Ma vuole ancora lottare: «Se cado, Leo va in affido».
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