Marisa Francescangeli insegna nella primaria di San Vero Milis (Oristano): «Tutto mi sarei aspettata ma non un provvedimento simile. Mi mancano i miei bambini, mi manca il mio lavoro. Non ho fatto nulla di male». La maestra è stata sospesa 20 giorni per aver recitato il Padre Nostro e l’Ave Maria con i suoi bambini nel periodo natalizio. Il suo stipendio è stato decurato. Fioccano le polemiche. «Siamo alla follia. Buona Santa Pasqua a questa maestra, un abbraccio ai suoi bambini», scrive sui social il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Due madri si sarebbero lamentate dell’accaduto con il preside. Successivamente l’insegnante è stata convocata a un incontro con i genitori e il preside, durante il quale si è scusata per il gesto, ricordando che all’inizio dell’anno aveva chiesto il permesso ai genitori di poter recitare preghiere con i bambini e che nessuno si era opposto.
Maestra sospesa a Oristano, cosa è successo
«Desidero esprimere tutta la mia solidarietà alla maestra che dopo aver recitato una preghiera in classe è stata raggiunta da un provvedimento di sospensione con riduzione dello stipendio».
IL SINDACO
«Il paese è in subbuglio, stiamo ricevendo un danno per questa vicenda». Luigi Tedeschi è il sindaco di San Vero Milis, il paese dell'Oristanese dove è stata sospesa appunto la maestra per aver fatto pregare gli alunni della scuola primaria. «Non entro nel merito perché non conosco i dettagli della vicenda, ho appreso tutto dalla stampa - spiega all'Adnkronos il primo cittadino -, ma sono preoccupato perché questa è una comunità molto unita e rispettosa delle istituzioni». Non esprime giudizi sul merito della questione, ma ci tiene a riportare la tranquillità nella sua comunità. «Salvaguardando il valore della scuola laica, che dev'essere laica, ma anche la religiosità che impregna la società italiana - spiega Luigi Tedeschi - sono garante della piena libertà e non vorrei che questa vicenda portasse a strumentalizzazioni di tipo politico, soprattutto dall'esterno. Non vorrei che ci si spostasse verso una rigidità di tipo religioso, né di tipo laico. Siamo una comunità che non è abituata a queste tensioni: qua tutti possono esprimere il proprio pensiero».
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