Lockdown, tre Regioni a Conte: «Limitare spostamenti over 70». Bufera Toti. Boccia: «Scuola, misure in base a Rt»

Lockdown, tre Regioni a Conte: «Limitare spostamenti over 70». Bufera Toti. Boccia: chiusure automatiche con Rt sopra soglia
Lockdown, tre Regioni a Conte: «Limitare spostamenti over 70». Bufera Toti. Boccia: chiusure automatiche con Rt sopra soglia
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Domenica 1 Novembre 2020, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 10:23

Lockdown locali in vista del dpcm di domani. È questo il tema del vertice da poco concluso tra il governo e le Regioni. Un vertice annunciato come "decisivo" per delineare la strategia dell'Italia per fronteggiare la seconda ondata di Covid che sta facendo registrare sempre più vittime e contagi (qui il bollettino di ieri). Limitare gli spostamenti degli over 70 per cercare di ridurre la diffusione del coronavirus: è una delle ipotesi prospettate da alcune regioni, in particolare, secondo quanto si apprende, Lombardia, Piemonte e Liguria. In videoconferenza sono spresenti i ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali), convocata da quest'ultimo con i rappresentanti di Regioni, Comuni (Anci) e Province (Upi), secondo quanto si apprende, per discutere le nuove misure che vengono valutate dal governo per contrastare la seconda ondata dell'epidemia di coronavirus.

Boccia: chiusure automatiche con Rt sopra soglie. Non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola ma deve dipendere dal grado di Rt (indice di contagiosità, ndr) in ogni regione». Lo avrebbe detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia al vertice con gli Enti locali sul nuovo Dpcm e le restrizioni in arrivo, secondo quanto si apprende. «Il documento dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e il sistema di monitoraggio che abbiamo condiviso con scienziati e Regioni ha una serie di ipotesi che devono scattare automaticamente. Se un Rt (indice di contagiosità, ndr) supera un certo livello .- oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2 -, allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico». Lo avrebbe detto il ministro delle Autonomie Francesco Boccia al vertice con gli Enti locali sul nuovo Dpcm in gestazione.

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Tra i governatori sono collegati, tra gli altri, Bonaccini (Emilia Romagna, presidente della Conferenza delle Regioni), Fontana (Lombardia) Fedriga (Friuli Venezia Giulia) Toti (Liguria), Toma (Molise) Emiliano (Puglia) De Luca (Campania) Tesei (Umbria), Marsilio (Abruzzo) Cirio (Piemonte), Giani (Toscana), secondo quanto riferito. Inoltre Antonio Decaro, presidente Anci, e Michele De Pascale (Upi). Da quanto è emerso, quasi tutti hanno chiesto misure nazionali e non localiBoccia ha riconvocato la riunione domani alle 9. Il testo del nuovo Dpcm «speriamo, stavolta sia davvero condiviso.

Vedo un crescente allarme sociale e di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. Scelte forti ma non chiare diventano per i cittadini difficili da accettare. Non ci possiamo permettere errori». Lo afferma il governatore della Sicilia, Nello Musumeci.

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Toti, bufera per un tweet. «Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown». Lo dice il presidente della Regione Liguria Giovanni TotI il quale in una nota sui social suggerisce che bisogna intervenire sulla categoria più fragile, gli anziani. «Proteggendo i nostri anziani di più e davvero, la pressione sugli ospedali e il numero dei decessi diventerebbero infinitamente minori. Sarebbe folle richiudere in casa tanti italiani per cui il Covid normalmente ha esiti lievi, bloccare la produzione del Paese, fermare la scuola e il futuro dei nostri giovani e non considerare alcun intervento su coloro che rischiano davvero. Speriamo ci sia saggezza stavolta e non demagogia» scrive.

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Lockdown, i timori di Speranza

«La curva epidemiologica è ancora molto alta. Mi preoccupa il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà». Così il ministro della Salute Roberto Speranza in un colloquio con il Corriere della Sera. «Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore», evidenzia Speranza, secondo il quale c'è ancora troppa gente in giro. Il ministro poi rassicura sulla tenuta delle terapie intensive, e sulla scuola spiega che va difesa il più possibile, ma in un contesto di epidemia «non è intangibile».

La protesta di Salvini

«Serve un governo che pianifichi, non si può improvvisare di settimana in settimana di decreto in decreto, apri e chiudi, apri e chiudi». Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta Instagram. «Hanno perso sei mesi a parlare di nulla, e mentre aprivano i confini agli altri, sono costretti a richiedere gli italiani in casa. Faccio e faremo di tutto per evitare un'altra chiusura totale generale che sarebbe un disastro, le persone si possono curare a casa: terapia a domicilio, cure a domicilio, telemedicina, tampone a domicilio», ribadisce Salvini. Bisogna proteggere, se serve tenendo a casa i più anziani, i più fragili, i più esposti».

Fontana: servono misure uniformi

«La diffusione del virus è uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l'ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. E' evidente che, una volta verificato l'impatto delle misure già adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi». Lo scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, spiegando «il senso della discussione di stamattina fra Regioni, Anci e Upi con il governo». «Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che già oggi sono disorientati», ha aggiunto, spiegando che «le istituzioni, a partire dal governo devono dare segnali coerenti, forti e credibili. Le Regioni sono, come sempre, pronte a collaborare».

Stop centri commerciali nel weekend

Chiusura dei centri commerciali nei weekend, perché è in quei giorni che si concentra l'affluenza e chiusura degli sportelli scommesse nelle tabaccherie e nei bar perché è lì che si sposta il flusso di chi trova chiuse le sale scommesse. È quanto avrebbe chiesto il presidente dell'Anci, Antonio Decaro a nome dei sindaci, insieme ad una intesa di fondo sulle limitazioni da disporre.

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