Liliana Segre, la frase choc del leghista No vax Fabio Meroni: «Mancava lei, numero 75190». Poi le scuse

Liliana Segre, la frase choc del leghista No vax Fabio Meroni: «Mancava lei, 75190». Poi le scuse
​Liliana Segre, la frase choc del leghista No vax Fabio Meroni: «Mancava lei, 75190». Poi le scuse
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Domenica 21 Novembre 2021, 10:18

Prima il post choc, che in poche ore diventa virale e lo fa diventare un caso politico. Poi le scuse (inevitabili) di Fabio Meroni, capogruppo della Lega a Lissone, in Brianza, consigliere provinciale ed ex deputato, dichiaratamente No vax. Su sul profilo Facebook scrive: «Mancava lei... 75190», dove lei è la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz dove è stata marchiata con quel numero. Dopo la pubblicazione, il gruppo del Pd di Lissone e le liste civiche del centrosinistra si sono dette «inorridite» e hanno chiesto le sue scuse. E lo stesso post poco dopo è stato rimosso. 

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Che sono arrivate poco più tardi: «In questo clima d'odio purtroppo anch'io mi sono lasciato coinvolgere e in modo totalmente sbagliato ho cercato di esprimere il mio pensiero.

Voglio chiedere scusa alla senatrice Segre, che non intendevo in nessun modo offendere e se un giorno avrò l'onore di poterle parlare spiegherò personalmente il mio pensiero. Ribadisco la mia stima nei suoi confronti», ha aggiunto. 

Segre: negazionisti come per la Shoah

Tre giorni fa Liliana Segre aveva detto: «Negli anni, io sono così vecchia adesso, non ho la sensazione di avere sbagliato a stare zitta tanto tempo perché le orecchie non erano aperte per certi discorsi e non si sono aperte mai. Altrimenti come ti spiegheresti che tuttora ci sono i negazionisti della Shoah, con i campi da visitare, le testimonianze e gli storici», erano state le parole della senatrice a vita nel corso della presentazione del libro della giornalista Myrta Merlino, "Donne che sfidano la tempesta". «Non mi piacciono i paragoni ma così come oggi ci sono quelli che negano che ci sia un nemico invisibile. Chi non vuole ascoltare non ascolta», ha concluso.

 
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