La denuncia è amara e fa il giro dei social: «Sono appena stata licenziata dopo che mi è stato comunicato dalla capoarea che il colore dei miei capelli non era quello concordato». Comincia così il post pubblicato da Francesca Sparacino, (ex) commessa di 24 anni e consigliera comunale di Granarolo dell'Emilia (Bologna) su Facebook. Alla giovane è stata recapitata una lettera di licenziamento dal negozio Suite Benedict, che fa capo alla Hammersmith s.r.l, in seguito - denuncia - a una discussione avuta su Whatsapp con una dirigente in merito al colore dei capelli.
«Licenziata per i capelli viola»
«Il giorno dell'assunzione - scrive sui social la ex candidata sindaca per Rifondazione Comunista - avevo i capelli fucsia, così mi è stato chiesto di scurirli 'per essere assunta'.
I messaggi su Whatsapp
Francesca aveva cominciato il periodo di prova il 25 aprile, e - come racconta a Fanpage - nei giorni in cui ha lavorato non ha mai ricevuto lamentele riguardo il suo operato. Prima dell'arrivo della lettera di licenziamento, però, ha avuto un scambio su Whatsapp con una dirigente in cui le veniva contestato il colore dei capelli e l'abbigliamento inadeguato.
La risposta dell'azienda
Per quanto riguarda l'azienda, nella lettera di licenziamento inviata a Francesca non si fa alcun riferimento ai capelli. Semplicemente, le viene detto che non ha superato il periodo di prova. La ragazza, da parte sua, si è già rivolta al sindacato Usb per impugnare quello che reputa un licenziamento discriminatorio, poiché legato a sue scelte personali e non al rendimento professionale.
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