Capotreno e poliziotto pestati sul treno:
«Siamo profughi, non puoi farci niente»

Capotreno e poliziotto pestati sul treno: «Siamo profughi, non puoi farci niente». Caccia alla gang di nigeriani
Capotreno e poliziotto pestati sul treno: «Siamo profughi, non puoi farci niente». Caccia alla gang di nigeriani
di Domenico Zurlo
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Martedì 8 Maggio 2018, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 14:51
«Siamo profughi, non puoi farci niente». Con queste parole il gruppo di nigeriani che ha aggredito il poliziotto sul treno a Milano si sarebbe rivolto all’agente, che è ancora sotto choc. Parole che fanno male, dal branco di migranti, una decina pare, che lo hanno preso a pugni e calci dopo essere stati beccati senza biglietto dal controllore, sul treno Milano-Tirano.

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Il poliziotto si chiama Mauro Guilizzoni e ha 41 anni: originario di Verbania, lavora alla Questura di Lecco. E proprio a Lecco, in treno, stava andando per lavorare, per iniziare il suo turno di notte. «Continuavano a ripetere che non potevo fermarli, l’hanno fatto i miei colleghi poco dopo», ha detto il poliziotto al Corriere della Sera: la descrizione fatta da Mauro e dal capotreno ha consentito l’arresto di due giovani nigeriani, richiedenti asilo di 24 e 25 anni, ora accusati di lesioni in concorso, tentata rapina, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

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Ma il gruppo non era certo fatto di due persone: sono in tanti ancora là fuori, che girano impuniti. Sono al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza per identificare gli altri componenti della banda, ma i controlli quotidiani su tutti i treni sono pressoché impossibili: «Ci sono sette treni ogni ora, ma abbiamo solo 16 agenti, e da un anno è stato chiuso il presidio della Polizia ferroviaria in stazione a Sondrio», dice Mario Scinetti, segretario del Siulp di Lecco. Intanto il poliziotto ferito è stato dimesso, con una prognosi di una settimana.


 

FONTANA GLI TELEFONA «Oggi ho chiamato al telefono l'assistente di polizia massacrato di botte domenica pomeriggio sulla linea Milano Lecco da una decina di nigeriani». Così su Facebook il presidente della Regione Attilio Fontana. «Si trova in ospedale con diverse lesioni, ma per fortuna non corre pericolo di vita.
Gli ho trasmesso la vicinanza mia e di tutti i lombardi a lui e ai colleghi che ogni giorno rischiano del loro per garantire la nostra sicurezza. Due degli aggressori sono stati arrestati e auspico che anche gli altri possano venire presto consegnati alla giustizia». 
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