Khashoggi, torturato e fatto a pezzi
ancora vivo: è morto in 7 minuti

Khashoggi, torturato e fatto a pezzi ancora vivo: è morto in 7 minuti
Khashoggi, torturato e fatto a pezzi ancora vivo: è morto in 7 minuti
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Mercoledì 17 Ottobre 2018, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 12:07

Emergono nuovi inquetanti dettagli sulla morte del giornalista saudita Jamal Khashoggi, torturato  all'interno del consolato saudita a Istanbul. Secondo i media turchi - che citano una registrazione audio fatta in quei momenti - il giornalista avrebbe sarebbe stato fatto a pezzi mentre era ancora in vita, alla presenza del console Mohammed al-Otaibi. 


«Fatelo fuori di qui, mi metterete nei guai», si sentirebbe dire al console nell'audio. «Se vuoi continuare a vivere quando torni in Arabia, stai zitto», gli risponderebbe uno dei presunti assassini. Gli aguzzini di Khashoggi gli avrebbero tagliato le dita durante le torture compiute nell'interrogatorio, per poi decapitarlo. Il giornalista sarebbe morto in 7 minuti, secondo quanto riferito al Middle East Eye da un'altra fonte che avrebbe ascoltato la registrazione. Khashoggi sarebbe stato portato dall'ufficio del console in uno studio adiacente e steso su un tavolo. A un certo punto, le sue urla si interromperebbero perché sedato.

A fare a pezzi il corpo mentre il reporter era ancora vivo, continua la fonte, sarebbe stato il capo dell'unità forense giunta da Riad, il dottor Salah Mohammed al-Tubaigy. Secondo la registrazione, durante l'operazione il medico avrebbe messo delle cuffie per ascoltare musica, invitando gli altri presenti a fare altrettanto.

«Ci aspettiamo di entrare oggi anche nella residenza del console» dell'Arabia Saudita e di ispezionarne le auto, dopo aver già perquisito il consolato saudita a Istanbul nell'ambito delle indagini sulla scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, al termine del suo incontro con il segretario di Stato americano Mike Pompeo, che poco prima aveva visto anche il presidente Recep Tayyip Erdogan. La perquisizione della residenza era stata annunciata per ieri sera, ma poi bloccata da Riad per la presenza nell'edificio di familiari del console Mohammed al-Otaibi, che nel pomeriggio era invece partito per l'Arabia Saudita.

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