Karina, stuprata e uccisa al parco
Scrisse sul blog: «E se morissi?»

Karina, stuprata e uccisa al parco Scrisse sul blog: «E se morissi?»
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Giovedì 4 Agosto 2016, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 11:20

NEW YORK - Quelle parole scritte nero su bianco oggi appaiono come un macabro presagio: aveva paura della morte Karina Vetrano, logopedista 30enne di New York, e la affrontava scrivendo sul suo blog on line. Una sorta di rituale scaramantico che le impediva di paralizzarsi e andare avanti a seguire le sue passioni: la scrittura, i viaggi e la corsa. Ed è stato martedì, durante un pomeriggio di jogging, che la ragazza è scomparsa: ha messo le sue scarpette e si è diretta a pochi isolati dalla sua casa nel Queens. Non è mai più rientrata. A trovarla senza vita è stato il papà Phil, un vigile del fuoco in pensione: doveva andare a correre con lei, ma a causa di un strappo muscolare aveva rinunciato.


 

Karina aveva salutato il padre intorno alle 17 per andare a correre allo Spring Creek Park, ma dopo alcune ore non era ancora tornata. Allarmato, l'uomo si è rivolto alla polizia e si messo insieme agli agenti sulle sue tracce: dopo aver rinvenuto il suo telefonino, hanno trovato la ragazza a faccia in giù in un prato con i pantaloni abbassati.
 

 


Karina aveva subìto una violenza sessuale, era stata strangolata e il suo corpo era stato abbandonato tra le sterpaglie, non molto lontano da una pista ciclabile. La polizia è ora sulle tracce del killer: come raccontano gli abitanti della zona nel parco si sono accampati diversi senzatetto. Gli agenti ne hanno sentiti due, ma non è stato ancora fatto alcun arresto.



Per adesso rimangono l'inconsolabile dolore della famiglia e quelle pagine on line che mettono i brividi. «Vi siete mai trovati a pensare di morire? - scriveva Karina allegando l'ipotetica immagine del suo funerale - A volte, quando mi sento veramente triste e sola, mi chiedo: ma se morissi improvvisamente per uno strano incidente cosa accadrebbe? Sembrerò morbosa, ne sono sicura, ma pensarci mi aiuta a superare, mi tranquillizza. Mi aiuta a capire che tutti quei piccoli eventi che accadono sono delle sciocchezze di fronte al grande quadro della vita».

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