Infermieri no-vax sospesi cercavano lavoro in nero: ora rischiano la radiazione

Infermieri no-vax sospesi cercavano lavoro in nero: ora rischiano la radiazione
Infermieri no-vax sospesi cercavano lavoro in nero: ora rischiano la radiazione
di M.A.
4 Minuti di Lettura
Sabato 6 Novembre 2021, 12:05

Il problema si allarga e tocca un tema delicatissimo: l’assistenza a persone anziane, deboli e fragili senza i dovuti controlli, le garanzie degli ospedali oppure - ancora peggio - senza la protezione indispensabile durante una pandemia. Sino a poco tempo fa, la “fantasia” dei no-vax si spingeva solo fino all’invenzione di lavori domestici che non prevedessero il Green pass, oppure alle “soffiate” relativi ad aziende (poche) che non avrebbero chiesto la certificazione.

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Ma adesso l’emergenza è arrivata a interessare il sistema sanitario. O meglio, gli operatori che ne sono momentaneamente esclusi in quanto non vaccinati, ma che a quanto pare cercano in ogni modo di “arrotondare” offrendosi in nero alle famiglie.

E sul tema ora interviene anche l’Ordine delle professioni infermieristiche del Friuli Venezia Giulia, da dove sono partite le prime segnalazioni ufficiali. 


I FATTI


Come sempre, tutto si muove nel territorio grigio delle chat su Telegram. Il sistema di messaggistica con sede legale a Dubai (Emirati Arabi Uniti) è diventato una specie di rifugio per il popolo dei no-vax. E anche le azioni legali sono complicate, dal momento che la sede negli Emirati rende tortuoso il percorso. In alcuni casi, però, si può intervenire. Specialmente quando i protagonisti delle “sparate” si firmano con nome e cognome.

Ed è quello che sta accadendo nel gruppo denominato “Bacheca delle necessità”, una “costola” dei No Green pass di Trieste che abbracciano in realtà tutto il Friuli Venezia Giulia. La community è nata per aiutare i no vax a trovare lavoro senza bisogno di esibire la certificazione sanitaria, ma tra loro ci sono anche infermieri e operatori sociosanitari non vaccinati che sono stati sospesi dai propri datori di lavoro e che cercano disperatamente un impiego, di fatto illegale.

È il caso ad esempio di un’infermiera sospesa del Burlo Garofolo di Trieste. «Sono Debora - spiega - e ho ventennale esperienza lavorativa. Mi offro per assistenza e prestazioni sanitarie per disabili, bambini, adulti e anziani». Ma come lei ce ne sono altri. Ecco un altro esempio. Cristina, nella stessa chat, offre prestazioni infermieristiche (medicazioni, clisteri, cambi catetere, addirittura consulenze).

«Sono un’infermiera con 30 anni di servizio alla centrale operativa del 118 di Udine». Senza Green pass e vaccino. Sospesa. Ma disposta a lavorare lo stesso a contatto con gli anziani. Poi c’è l’universo insondabile degli operatori sociosanitari, che non hanno un ordine professionale di riferimento. Tanti, tra Udine, Trieste e Pordenone, quelli che nella chat di Telegram dichiarano di essere stati sospesi e di voler lavorare abusivamente nelle case. 


LA PRESA DI POSIZIONE


Per quanto riguarda gli infermieri, però, ora interverrà l’Ordine professionale del Friuli Venezia Giulia, rappresentato dal presidente Luciano Clarizia. Sono già partite, ad esempio, le segnalazioni ufficiali sia alle strutture (come il Burlo Garofolo di Trieste) che alle sezioni provinciali di categoria. In questi casi, se accertati i fatti, si rischia anche la radiazione dall’albo. Molto di più rispetto alla “semplice” sospensione come conseguenza della mancata vaccinazione obbligatoria. 

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