Infermiere spiate sotto la doccia, microcamera negli spogliatoi dell'ospedale: tre indagati

Infermiere spiate sotto la doccia. La microcamera nascosta negli spogliatoi dell'ospedale: tre indagati
Infermiere spiate sotto la doccia. La microcamera nascosta negli spogliatoi dell'ospedale: tre indagati
di Paolo Travisi
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Sabato 23 Luglio 2022, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 09:38

Nelle docce degli spogliatoi per le infermiere dell'ospedale di Empoli è stata trovata una microcamera nascosta che registrava filmati, usati per spiare le donne mentre si cambiavano, tanto che si ipotizza il reato di revenge porn.

Come nel Grande Fratello

Sulla vicenda sono al lavoro gli inquirenti che hanno iscritto nel registro degli indagati tre persone, ma sospettano che la rete sia ancora più larga. Ritrovato, dai carabinieri di Empoli, un monitor collegato alla microcamera in un locale usato dagli addetti alla manutenzione, elemento che sta portando le indagini verso ditte di personale esterno alla Asl, che avendo accesso ai locali, potrebbe aver piazzato la telecamera-spia.

L'enigma che dovrà chiarire l'indagine è da quanto tempo le lavoratrici dell'ospedale fossero spiate.

Alcune infermiere, infatti, avevano notato già mesi fa, alcuni strani fori nella doccia, quando erano stati sostituiti i vetri del box, all'incirca nel 2021, in piena pandemia Covid, quando le operatrici sanitarie erano sottoposte ad estenuanti turni di lavoro. 

Le segnalazioni che hanno fatto trovare la microcamera

Solamente lo scorso mese di maggio, dopo le segnalazioni di un'infermiera, è stato scoperto il collegamento del cavo tra microcamera e monitor in un locale adiacente. Il monitor non era facilmente visibile perché nascosto da un attaccapanni e da vestiti appesi appositamente. Un piano ingegnoso per non essere scoperti. 

E poi c'è un altro elemento, ancora più inquietante su cui sta lavorando la polizia postale. Si sospetta che le immagini delle donne sotto la doccia siano state diffuse nella rete, e che quindi circolino foto e video, delle infermiere in un momento di intimità, che configurerebbe il reato di revenge porn, ovvero diffusione e condivisione di immagini o video intimi senza il consenso dei soggetti interessati con finalità di estorsione o vendetta.

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