La vendetta di Putin piove dal cielo. Decine di missili vengono lanciati in serata dalle unità della flotta russa del Mar Nero e Caspio, e colpiscono le infrastrutture energetiche in tutta l'Ucraina dell'Est e del Sud. Altissime le fiamme nella centrale elettrica di Kharkiv, la seconda del Paese, da dove nei giorni scorsi è partito il vittorioso contrattacco di Kiev. Obiettivo dei russi, togliere la luce, il blackout che è durato ore. «Mosca avverte in un video il presidente Zelensky - spera di spezzare la nostra resistenza durante l'inverno. Conta sui problemi di riscaldamento in Ucraina e sul possibile indebolimento del sostegno occidentale a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia in Europa». I missili di ieri e il black out sarebbero soltanto un assaggio dell' amico inverno. La mancanza di corrente nelle regioni di Kharkiv, Donetsk, e a sud a Zaporizhzhia, Dnepropetrovsk e Sumy, è una responsabilità russa. «Non ci sono strutture militari insiste Zelensky - e l'obiettivo è lasciare i civili senza luce e riscaldamento. I terroristi della Russia restano terroristi e attaccano infrastrutture vitali». A Mosca, lo Zar deve però guardarsi dal fronte interno dopo le ultime sconfitte, ed è gelo col ministro della Difesa, Shoigu. I blogger militari russi attribuiscono la disfatta di questi giorni al capriccio di Putin di voler accentrare su di sé il comando delle operazioni. È arrivato il momento di trattare? Il ministro degli Esteri, Lavrov, spiega che la Russia «non rifiuta il negoziato».
IL TERRENO
Ora è Mosca che rischia di perdere il terreno guadagnato in 200 giorni di (fallita) invasione. «Ci sono avverte Lavrov - ritardi che complicano il processo».
L'OBIETTIVO
Il presidente francese chiede allo Zar almeno un cessate il fuoco, con l'obiettivo finale di un processo di pace. Ma la risposta sono i missili. Analisti politico-militari avvertono che Putin potrebbe ricorrere all'arma tattica nucleare, le mini-bombe atomiche capaci di scatenare il panico. Un segnale di cedimento nel fronte putiniano arriva dal leader ceceno Kadyrov, che dopo avere inviato al fronte battaglioni di volontari e rilanciato i loro video bellicosi, se la prende con le autorità che davanti alla disfatta di Kharkiv «continuano a tacere» e solo ieri hanno diffuso una mappa del ritiro giustificandolo come «raggruppamento». Kadyrov riconosce che «sono stati commessi errori e i responsabili dovranno trarne le conclusioni, la strategia dell'operazione militare speciale dovrà cambiare altrimenti andrò io stesso al ministero della Difesa e dai vertici russi a spiegare questa situazione infernale». Poi, promette che le città riconquistate saranno riprese: «Arriveremo a Odessa».