Ucraina, il massacro di Makariv: esecuzioni e stupri. «Raid sul Donbass»

Gli 007 di Londra avvertono: Mosca prepara attacchi aerei

Ucraina diretta, Usa: «I russi vogliono vincere entro il 9 maggio». Von der Leyen a Kiev: «Il vostro futuro è nella Ue»
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di di Davide Arcuri e Cristiano Tinazzi a Kramatorsk
22 Minuti di Lettura
Sabato 9 Aprile 2022, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 09:55

Il ponte di Irpin, l’ultima via di fuga dai carri armati russi che puntavano su Kiev, è stato bombardato il 5 marzo. Centinaia di persone si sono ammassate sotto il moncone di cemento, in attesa di essere portate in salvo guadando il fiume. Oggi quel ponte riapre, anche se è soltanto «un terrapieno provvisorio», come annuncia su Telegram Andrii Yermak, capo dell’ufficio presidenziale. Ma è comunque un piccolo segno di speranza in un Paese devastato, dove la ritirata dell’esercito di Mosca è come una risacca che butta sulla riva cadaveri, distruzione e morte.

«Russia-Usa, rischio guerra per le armi all'Ucraina». E la Cina spinge sul nucleare

UCCISIONI E TORTURE
Bucha, Mariupol, Kramatorsk e ora Makariv, una cittadina di 15 mila abitanti che dista 50 chilometri a ovest della capitale. Le truppe russe arretrano dalle città colpite, i soccorritori avanzano nel territorio liberato e «vengono scoperti nuovi mostruosi crimini di guerra», è il tweet di Oleksii Reznikov, ministro della Difesa ucraino. Il sindaco di Makariv si chiama Vadano Tokar ed è un avvocato che dall’inizio della guerra indossa una divisa militare. Tocca a lui il triste bollettino dei morti nella sua città: «Il bilancio è salito a 133 decessi. Ci sono stati diversi casi di tortura, con cadaveri rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata. Abbiamo trovato i corpi». Makariv è uno snodo cruciale lungo l’autostrada che collega Kiev e Leopoli, a metà marzo è stata circondata dai russi e da qui è partita la controffensiva ucraina. Prima di essere liberata, l’esercito di Mosca l’ha ridotta in macerie accanendosi sui civili.

«Colpivano le ambulanze - raccontano gli abitanti - In alcune case i militari russi hanno lanciato le granate nei rifugi, perché non volevano ci nascondessimo. Ammazzavano anche gli animali e dagli elicotteri sparavano alle auto in strada. Quando sono arrivati hanno rotto i telefoni, uccidendo chi scriveva o cercava di mandare informazioni all’esterno». Qui le truppe di invasione si alternavano, «gli stessi soldati ci dissero di scappare perché sarebbero arrivati gli udmurt e i buryat», etnie di miliziani provenienti dalla zona in cui viene addestrata la brigata dell’estremo oriente russo che avrebbe compiuto i massacri di Bucha. È proprio nel sobborgo a nord ovest di Kiev che l’occupazione di Mosca ha mostrato il suo istinto più feroce, con la stanza delle torture, le fosse comuni e i civili giustiziati con le mani legate dietro la schiena e abbandonati in strada. Il numero di morti viene aggiornato e sempre per difetto: 360 persone uccise e almeno dieci sono bambini, rivela la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova. A Bucha, riferiscono i sopravvissuti, c’era il quartier generale del feroce leader ceceno Ramzan Kadyrov, protetto dal presidente Vladimir Putin.

GLI OBIETTIVI
La commissaria prosegue nella sua missione di raccolta delle informazioni sul campo e denuncia gli orrori commessi dai russi: «Hanno sparato in faccia alle persone, ad alcuni hanno bruciato gli occhi, mutilato parti del corpo. Hanno torturato a morte donne e bambini». Lyudmyla Denisova aggiunge poi nuove informazioni sulle circostanze della morte del regista lituano Mantas Kvedaravicius a Mariupol. «È stato fatto prigioniero e gli hanno sparato. Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista in strada. La moglie, rischiando la propria vita, è riuscita a trasportare il suo corpo fuori dalla città isolata e l’ha portato in Lituania. La vera causa della morte del regista non è stata annunciata prima che lei si fosse messa in sicurezza». I dossier delle stragi vengono consegnati al presidente Volodymyr Zelensky. «Non riesco più a piangere - afferma - Stiamo difendendo il diritto di vivere».

Il ministero della Difesa inglese, nel consueto aggiornamento dell’intelligence, prevede che i raid aerei russi dovrebbero aumentare nel sud e nell’est dell’Ucraina a supporto delle operazioni nel Donbass, a Mariupol e Mykolaiv, appoggiate dai continui lanci di missili da parte delle forze navali di Mosca. Sono queste le aree obiettivo primario dell’offensiva e a Mariupol, secondo il Comune, «la portata dei crimini è dieci volte peggio del genocidio di Bucha». Al messaggio su Telegram è allegata la foto di «un sottopassaggio, nel distretto periferico di Sadkiv», con dei corpi allineati per terra. «Qui gli occupanti hanno allestito un punto di raccolta per i corpi dei residenti uccisi. Centinaia di cadaveri vengono portati in questi punti ogni giorno e distrutti nei crematori mobili o seppelliti in fosse comuni. I razzisti stanno facendo di tutto per nascondere la tragedia di Mariupol». Dalla città assediata, strategica per il collegamento con la Crimea, le evacuazioni dei civili avvengono solo con mezzi privati. E un cargo ucraino che cercava di entrare in porto, secondo Mosca per evacuare i leader del battaglione Azov, è stato colpito dalle navi militari nemiche, che lo hanno sequestrato con l’equipaggio. Negli ultimi giorni si sono intensificati i bombardamenti nella regione di Luhansk, dove ieri pomeriggio è esploso un serbatoio di acido nitrico a Rubezhnoye: per gli abitanti non ci sarebbero rischi, quanto alle responsabilità lo scambio di accuse è reciproco. Secondo l’agenzia di stampa russa Tass, infatti, la milizia popolare della Repubblica di Luhansk ha confermato che l’esplosione è stata causata dall’esercito ucraino. Il governatore della regione, Serhii Haidai, parla invece di «attacco russo alla zona industriale», informando che «la nube si è spostata verso Kudryshivka e Varvarivka».

DOCUMENTI
Tutte queste azioni confluiscono nei fascicoli sui presunti crimini di guerra che, avverte l’Ucraina, diventeranno prove del genocidio di Mosca. «Abbiamo comunicazioni in cui soldati russi parlano di cosa hanno rubato. Ci sono registrazioni di prigionieri di guerra russi che ammettono di aver ucciso. Ci sono piloti catturati con mappe con target civili da colpire, indagini in corso sui resti dei morti», elenca Zelensky. Kiev ha creato un archivio online per documentare le atrocità del nemico. Quando si apre il link scatta il suono penetrante delle sirene d’allarme e compare la scritta: «Al di là del male, anche durante la guerra». Il sito riporta i numeri delle vittime e delle persone torturate, degli ostaggi e degli stupri: 1.563 morti, tra cui 167 bimbi, 4.820 crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti. Numeri corroborati da testimonianze e illustrati da fotografie, come quelle dell’ospedale pediatrico bombardato di Mariupol e della strage di Bucha. Il sito è aggiornato a venerdì e riporta anche l’attacco alla stazione di Kramatorsk. «Ciò che abbiamo raccolto sulle atrocità commesse dall’esercito russo impedirà ai criminali di guerra di sfuggire alla giustizia», promette il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba. Questa fonte di informazioni è preziosa per i pubblici ministeri ucraini che stanno indagando sulle atrocità dei soldati russi e secondo i dati diffusi dall’ufficio del pubblico ministero 4.468 potenziali crimini di guerra sono stati inseriti tra quelli oggetto di inchiesta. Una cifra che cresce di centinaia di casi ogni giorno. Il procuratore generale ucraino Iryna Venediktova descrive «l’inferno» delle città liberate attorno alla capitale e garantisce che «le persone disumane responsabili saranno punite». Per il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko è già tutto sotto i nostri occhi: «Di quali altre prove ha bisogno il mondo civile dopo le atrocità dei russi a Bucha, Irpen, Borodyanka e Gostomel? In cosa hanno trasformato Mariupol gli orchi?».

 

Ucraina, la diretta

Ore 00.30 - «L'aggressione russa non doveva essere limitata alla sola Ucraina, alla distruzione della nostra libertà e delle nostre vite. L'intera Europa è un obiettivo per la Russia». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un video citato da Ukrinform. «Ecco perché - aggiunge Zelensky - non è solo dovere morale di tutte le democrazie, di tutte le forze europee, sostenere il desiderio di pace dell'Ucraina. Questa è, infatti, una strategia di protezione per ogni stato civile». È indispensabile, afferma ancora il presidente ucraino, «ristabilire la pace e la sicurezza il prima possibile. Per ridare forza al diritto internazionale il prima possibile e fermare la catastrofe dall'applicazione del diritto della forza. Una catastrofe che colpirà inevitabilmente tutti».

Ore 20.08 - «La portata dei crimini» delle forze russe a Mariupol «è dieci volte peggio del genocidio di Bucha». Lo scrive il comune della città ucraina su Telegram, con la foto di «un sottopassaggio, nel distretto periferico di Sadkiv», con dei corpi allineati per terra. «Qui gli occupanti hanno allestito un punto di raccolta per i corpi dei residenti uccisi. Centinaia di cadaveri vengono portati in questi punti ogni giorno» per poi «distruggerli nei crematori mobili o seppellirli in fosse comuni. I razzisti stanno facendo di tutto per nascondere la tragedia di Mariupol».

Ore 19.43 - «Quello che Putin ha fatto a Bucha e Irpin sono crimini di guerra ed hanno macchiato in modo permanente la sua reputazione e l'immagine del suo governo». Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson che oggi a Kiev ha incontrato il presidente Zelensky.

Ore 17.58 - La Gran Bretagna prepara «un nuovo pacchetto di aiuti finanziari e militari» all'Ucraina a testimonianza del suo «impegno verso questo Paese nella lotta contro la barbarica campagna russa». Lo scrive su Twitter il premier Boris Johnson dopo aver incontrato a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 17.53 - «Quarantacinque giorno dall'attacco su vasta scala contro l'Ucraina e dalla difesa dal suo attacco. Dall'attacco del paese più grande al mondo per il territorio, per aggressività, per l'impunità. Ma la dirigenza russa non ha tenuto conto di un fatto: il fatto che sta attaccando un altro paese più grande al mondo, l'Ucraina, il paese più grande per il coraggio». Lo afferma il premier dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in video pubblicato su Telegram in occasione della manifestazione 'StandUpForUkraine, in corso a Varsavia.

Ore 16.15 - Anche Boris Johnson si reca in visita a sorpresa a Kiev. Lo rende noto l'ambasciata ucraina nel Regno Uniti che ha pubblicato su Twitter una foto dell'incontro tra il premier britannico e il Volodymyr Zelensky, con la scritta «suprise», sorpresa.

Ore 15.50 - «In alcune case i militari russi hanno lanciato le granate nei rifugi, perché non volevano ci nascondessimo». Lo hanno raccontato gli abitanti di Makariv all'inviato dell'ANSA sul posto. Altri hanno anche riferito di «spari alle auto in strada dagli elicotteri dell'esercito russo». «I gruppi di militari si alternavano - spiegano ancora gli abitanti - e gli stessi soldati ci dissero di scappare perché sarebbero arrivati gli 'udmurt' e i 'buryat'», aggiungono riferendosi all'etnia dei miliziani provenienti dalla zona in cui viene addestrata la brigata dell'estremo oriente russo che avrebbe compiuto i massacri di Bucha.

Ore 14.50 - L'Ucraina è «sempre pronta» al dialogo con la Russia. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 14.10 - L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il giudizio sul merito di credito del debito russo in valuta estera da Cc/c a Sd/Sd, portandolo a livello di "default selettivo", una tacca sopra alla "D" di "default" (insolvenza). Lo si legge in una nota in cui viene indicato che il taglio segue la decisione di Mosca dello scorso 4 aprile di effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli Eurobond denominati in dollari.

Ore 13.50 - I russi «stanno uccidendo e torturando membri della stampa». Lo denuncia la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova su Telegram, aggiungendo che ci sono nuove informazioni sulle circostanze della morte del regista lituano Mantas Kvedaravicius a Mariupol. «È stato fatto prigioniero dai razzisti, che poi gli hanno sparato. Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista nella strada. La moglie, rischiando la propria vita, ha portato il suo corpo fuori dalla città bloccata e portato in Lituania. La vera causa della morte del regista non è stata annunciata prima che lei si fosse messa in sicurezza». 

La commissaria cita poi il caso del giornalista, scrittore, volontario e membro dell'Unione nazionale dei giornalisti dell'Ucraina Yevhen Bal «morto per le azioni degli occupanti russi»: l'uomo di 78 anni il 18 marzo «è stato sequestrato dall'esercito russo nella sua casa a Melekino vicino a Mariupol. Il motivo della detenzione è il presunto possesso di foto compromettenti con l'esercito ucraino». È stato rilasciato tre giorni dopo con gravi percosse. Il 2 aprile, poi, è morto Eugene Ball: «La sua morte - scrive Denisova - è il risultato delle torture sul giornalista da parte degli occupanti russi».

Ore 13.20 - Si aggrava il bilancio delle vittime civili di Bucha. «Secondo le autorità cittadine, risultano al momento complessivamente 360 civili uccisi, compresi almeno 10 bambini». Lo scrive la la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova su Telegram. L'ultimo bilancio, giovedì, era di 320 persone uccise. A Bucha, dove i russi hanno creato una camera delle torture, secondo i sopravvissuti «lì c'era il quartier generale di Kadyrov» (leader ceceno), scrive Denisova, aggiungendo che i russi hanno sparato in faccia alle persone, bruciato i loro occhi, tagliato parti del corpo e torturato a morte adulti e bambini.

Ore 13.15 - Prosegue l'evacuazione dei residenti del Donbass verso la Russia. Nelle ultime 24 ore, ha reso noto l'ufficio regionale dei servizi di Mosca (Fsb), oltre 15.000 abitanti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk sono stati evacuati nella regione di Rostov. Lo riporta la Tass. Le tensioni sono aumentate lungo la linea di contatto nel Donbass il 17 febbraio scorso.

Ore 13.00 - Il lugubre suono delle sirene d'allarme e la scritta: "Al di là del male, anche durante la guerra". Si apre così l'archivio online creato da Kiev per documentare i crimini di guerra russi. Il sito contiene diverse sezioni: da quella sulle vittime a quelle su torture, ostaggi e stupri. Poi i numeri: 1.563 morti, tra cui 167 bimbi, 4.820 crimini di guerra, 6.800 edifici distrutti. Cifre che Kiev documenta con testimonianze di civili ma anche di media. Ma soprattutto con foto: dall'ospedale pediatrico bombardato di Mariupol e quelle del massacro di Bucha. Il sito è aggiornato a ieri con l'attacco alla stazione di Kramatorsk.

Ore 12.20 - A Chernobyl i soldati russi non sono stati impegnati solo a scavare trincee in una zona altamente contaminata come la foresta intorno alla centrale nucleare, ma hanno commesso anche azioni poco avvedute, come toccare a mani nude materiale radioattivo. Lo racconta un ingegnere ucraino della centrale al New York Times. Un soldato russo di un'unità di protezione chimica, biologica e nucleare ha prelevato a mani nude una fonte di cobalto-60 in un deposito di rifiuti nucleari, esponendo se stesso ad una tale radiazione in pochi secondi da far schizzare il contatore Geiger (strumento di misura delle radiazioni ionizzanti), spiega Valeriy Simyonov, ingegnere capo per la sicurezza della centrale. Non è chiaro, ha aggiunto, cosa sia accaduto all'uomo.

Ore 11.55 - L'Ucraina prevede di ottenere lo status di Paese candidato per l'Ue a giugno. Lo afferma la vice prima ministra per l'integrazione europea ed euro-Atlantica, Olga Stefanishyna. «L'Ucraina ha ricevuto il questionario per l'adesione all'Ue. Abbiamo già fatto molto lavoro preparatorio, così siamo pronti per muoverci in fretta. Prevediamo di ottenere lo status di candidato a giugno», scrive Stefanishyna su Twitter. «È parte della nostra ripresa e vittoria sull'aggressione russa che vuole rovesciare il corso democratico dell'Ucraina», aggiunge.

Ore 11.45 - Zelensky: non riesco più a piangere. «Non riesco più a piangere».

Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un'intervista al quotidiano tedesco Bild rispondendo alla domanda se avesse pianto per il massacro di ieri alla stazione di Kramatorsk e dopo le centinaia di morti di Bucha. «Sì, provo odio verso la Russia, verso i soldati russi. Quando vedo queste immagini davanti ai miei occhi, bambini assassinati senza gambe, senza braccia. È un risentimento, è terribile», ha ammesso il presidente ucraino.

Ore 11.25 - «Abbiamo creato un archivio online per documentare i crimini di guerra della Russia». Lo scrive il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter. «Le prove raccolte delle atrocità commesse dall'esercito russo in Ucraina garantirà che questi criminali di guerra non sfuggano alla giustizia», aggiunge.

Ore 11.20 - «Riapriremo subito dopo Pasqua la nostra ambasciata a Kiev». Lo ha deciso il ministro Di Maio dopo la riunione di coordinamento di questa mattina alla Farnesina per fare il punto sulla guerra in Ucraina. «Siamo stati gli ultimi ad andare via da Kiev e saremo tra i primi a tornarci», afferma Di Maio all'Unità di Crisi insieme all'ambasciatore italiano in Ucraina Francesco Zazo in collegamento da Leopoli e all'ambasciatore Giorgio Starace da Mosca. «Un altro gesto per dimostrare sostegno al popolo ucraino, un modo concreto per affermare che deve prevalere la diplomazia», ribadisce il titolare della Farnesina. «Nei prossimi giorni verranno effettuati tutti i controlli necessari per il trasferimento a Kiev, tutto dovrà essere fatto in condizioni di sicurezza e in coordinamento con gli altri partner europei», conferma Di Maio. «Allo stesso tempo dobbiamo intensificare il pressing diplomatico per portare Putin al tavolo della mediazione e arrivare intanto a un cessate il fuoco», ha detto Di Maio.

Ore 11.00 - I soccorritori hanno trovato 132 corpi di persone torturate e uccise a Makariv, nella regione di Kiev. Lo scrive in un tweet il ministero della Difesa ucraino definendo il ritrovamento «un nuovo, mostruoso crimine di guerra». A Makariv, città liberata da pochi giorni, i soccorritori stanno cercando anche le vittime dei bombardamenti russi rimaste sotto le macerie. La città, dice il ministero, è distrutta per metà.

Ore 10.30 - Nella regione di Zaporizhzhia i russi hanno rapito finora 106 persone, inclusi 21 funzionari del governo locale. Lo riferisce l'amministrazione militare regionale, secondo quanto riporta Ukrinform. «I civili presi in ostaggio dai militari della Federazione Russa tra il 14 marzo e il 9 aprile sono in totale 106, di cui continuano a essere tenute in ostaggio 63 persone, mentre 43 sono state rilasciate», è stato spiegato. Tra i rapiti c'erano 21 funzionari del governo locale e 2 giornalisti.

Ore 9.55 - Una esplosione è avvenuta poco fa in città, ma non ci sono vittime e la situazione è sotto controllo. Lo ha reso noto il sindaco della regione del Mar Nero di Odessa, Vasyl Gulyaev.

Ore 9.15 - C'è stato un bombardamento russo sulle aree residenziali a Severodonetsk, dove il numero delle vittime deve ancora essere confermato. Lo riferisce il capo dell'amministrazione statale regionale di Lugansk Serhiy Haidai citato dal Kiev Independent. Le forze armate ucraine spiegano su Facebook che le truppe russe stanno continuando ad attaccare l'Est del Paese, «al fine di stabilire il pieno controllo sui territori del Donetsk e del Lugansk».

Ore 8.20 - Per la giornata di oggi in Ucraina sono stati concordati 10 corridoi umanitari. Lo annuncia la vice premier Iryna Vereshcuck su Telegram. Per la città assediata di Mariupol lo spostamento (verso Zaporizhzhia) è previsto sempre con mezzi propri

Ore 8.10 - La Cnn a Chernobyl: qui radiazioni oltre il normale. «La prima cosa che si sente, quando si entra nella stanza, è il beep del rilevatore di radiazioni. La stanza è quella in cui i soldati russi vivevano durante l'occupazione della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. Qui i livelli di radiazioni sono ora più alti del normale». A raccontarlo è la Cnn, che ha avuto accesso esclusivo alla centrale per la prima volta da quando è tornata sotto il controllo degli ucraini. Nella stanza non è visibile la fonte del materiale radioattivo, ma secondo i funzionari ucraini viene dalle piccole particelle e dalle polvere che i soldati hanno portato dentro l'edificio. «Sono andati nella Foresta Rossa», l'area intorno a Chernobyl che è tuttora la zona più contaminata del pianeta in seguito al disastro nucleare del 1986, «e hanno portato dentro» la centrale «il materiale attraverso le loro scarpe», spiega il soldato ucraino Ihor Ugolkov.

«Nelle altre aree le radiazioni sono sotto controllo, ma qui aumentano perché loro vivevano qui», aggiunge. I funzionari dell'impianto spiegano all'emittente americana che i livelli nella stanza usata dai soldati russi sono solo leggermente superiori a quelli che l'Associazione nucleare mondiale descrive come radiazioni presenti in natura: un contatto singolo non è pericoloso, ma l'esposizione mette a rischio la salute. «Sono andati ovunque, hanno anche portato della polvere radioattiva sui loro corpi» quando se ne sono andati, spiega Ugolkov. In un'area sicura ai margini della foresta la Cnn ha anche trovato un contenitore col pranzo dei soldati con livelli di radiazione 50 volte di quelli naturali. Nelle immagini della Cnn le aree della centrale occupata dai russi appaiono come saccheggiate: a terra abiti, beni personali, scatole e sacchetti. «I soldati russi hanno frugato negli abiti e nelle cose personali degli ucraini come dei cani, in cerca probabilmente di denaro, cose di valore, portatili», afferma il ministro dell'interno ucraino all'emittente Denys Monastyrskyy. «Qui stavano facendo un saccheggio - aggiunge -. Hanno rubato computer e attrezzatura».

Ore 8.00 - Le forniture di armi e munizioni all'Ucraina da parte dell'Occidente causano «ulteriore spargimento di sangue», sono «pericolose e provocatorie» e possono portare «gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto»: lo ha detto in un'intervista a Newsweek l'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, sottolineando che Mosca fa tutto il possibile per evitare vittime civili e danni all'infrastruttura dell'Ucraina.

Ore 7.10 - I Maneskin aderiscono alla campagna del Global Citizen #StandUpForUkraine in segno di supporto all'Ucraina. «I rifugiati in Ucraina e nel mondo hanno bisogno di aiuti umanitari urgenti. Stiamo usando la nostra voce per chiedere l'azione e puoi farlo anche tu. Unisciti a noi, crea la tua videochiamata per il mondo per supportare i rifugiati e fare donazioni su: ForUkraine.com» hanno scritto su Instagram e nel video si susseguono immagini degli orrori di questi giorni mentre il gruppo canta Chorus: I Maneskin si aggiungono ad un lungo elenco che comprende Bruce Springsteen, Ellen DeGeneres, Annie Lennox, Jon Batiste, Madonna, Radiohead, Red Hot Chili Peppers, Zucchero.

Ore 6.30Zelensky tuona sui social: «A Kramatorsk ennesimi crimini di guerra». «Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi, l'attacco a Kramatorsk deve essere inserito tra le accuse che saranno portate in tribunale, cosa che dovrà accadere», dice nell'ultimo video commentando la strage ci sui sono rimaste vittime oltre 50 persone. «Tutti gli sforzi del mondo dovranno essere diretti a ricostruire ogni minuto - sottolinea -. Chi ha fatto cosa, chi ha dato gli ordini, da dove sono arrivati i razzi, chi li ha portati, chi ha dato l'ordine e come l'attacco è stato organizzato. La responsabilità è inevitabile».

Ore 4.40 - Zelensky: ferma risposta mondiale all’attacco a Kramatorsk
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto una «ferma» risposta mondiale dopo l’attacco missilistico che ha visto la morte di almeno 52 persone, di cui cinque bambini, a Kramatorsk. «Si tratta di un altro crimine di guerra russo», ha detto in un messaggio su Telegram, «le potenze mondiali hanno già condannato questo attacco ed ora ci attendiamo una ferma risposta mondiale».

Ore 3.55 - S&P taglia il rating della Russia a SD, default selettivo
Il rating del debito russo in valuta estera a lungo termine è stato declassato da S&P da CC a SD, cioè in default selettivo.

«Vuoi arruolarti per Kiev? Così puoi aggirare i divieti», viaggio all’ambasciata ucraina a Roma

Ore 2.51 - Ucraina ordina farmaci contro gli effetti delle armi chimiche
L’organizzazione umanitaria americana Direct Relief ha detto al Wall Street Journal che, su richiesta del ministro della Salute ucraino, ha inviato a Kiev circa 220.000 fiale di un farmaco che può essere utilizzato per contrastare gli effetti di armi chimiche come gli agenti nervini. Si tratta dell’atropina che viene utilizzata per aumentare la frequenza cardiaca o ridurre le secrezioni di muco nei polmoni o nelle vie respiratorie. In pratica, è in grado di bloccare gli effetti da avvelenamento causato da agenti nervini. si tratta dello stesso farmaco distribuito agli operatori sanitari in Siria nel 2017.

Ore 2.30 - Amnesty annuncia "impegno doppio" dopo la chiusura delle sedi in Russia imposta da Mosca
«Non ci arrenderemo»: le autorità russe «si sbagliano profondamente se credono che chiudendo il nostro ufficio a Mosca interromperanno il nostro lavoro di documentazione e denuncia delle violazioni dei diritti umani. Continuiamo imperterriti a lavorare per garantire che le persone in Russia possano godere dei propri diritti umani senza discriminazioni. Raddoppieremo i nostri sforzi per denunciare le clamorose violazioni dei diritti umani da parte della Russia, sia in patria sia all'estero». Così Agne's Callamard, segretaria generale di Amnesty International, replica alla chiusura della sede locale da parte di Mosca.

Ore 2.04 - Fonti Usa, i russi vogliono vincere entro il 9 maggio
I russi si sentono sotto pressione perché vogliono ottenere una vittoria in Ucraina entro il 9 maggio, giorno in cui la Russia celebra la vittoria sui nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Lo riferiscono funzionari europei e americani alla Cnn. Secondo le fonti, le forze russe si stanno riorganizzando e puntando sull'est e sud dell'Ucraina perché li considerano obiettivi più piccoli e più raggiungibili rispetto alla conquista di tutto il Paese. La pressione di una scadenza il 9 maggio, sottolineano i funzionari, da una parte potrebbe tradire i russi e portarli a commettere errori ma potrebbe anche spingerli a compiere altre atrocità come quelle di Bucha e Kramatorsk.

 

Ore 1.44 - Evacuati altri 6.665 civili attraverso i corridoi umanitari
Almeno 6.665 persone sono state evacuate ieri in Ucraina attraverso corridoi umanitari. Lo scrive su Facebook la vicepremier del Paese, Iryna Vereshchuk. Da Mariupol e Berdiansk, entrambe cittadine affacciate sul Mar d'Azov, sono giunte più a Nord, verso Zaporizhzhia, 5.158 persone: di queste 1.614 sono cittadini di Mariupol e 3.544 residenti della regione di Zaporizhzhia. In mattinata una nuova colonna di bus da Zaporizhzhia a Berdiansk continuerà le operazioni di evacuazione. Dalla regione del Lugansk, a Est, ieri sono riusciti a scappare in 1.507.

Ore 1.43 - Melitopol, truppe russe bloccano 8 bus di civili
A Melitopol, cittadina a sud dell'Ucraina, da un giorno le truppe di occupazione stanno trattenendo otto autobus per l'evacuazione. Lo denuncia su Facebook la vicepremier del Paese, Iryna Vereshchuk. «Ci sono trattative per sbloccare questi autobus nel loro percorso - scrive - e, secondo accordi, si potrebbe effettuare lo sgombero dei residenti locali». Nelle ultime ore nella stessa cittadina, come dichiarato dal sindaco Ivan Fedorov, più di cento persone sono state rapite «senza motivo» dalle forze russe.

Ore 0.43 - Comando delle truppe russe passa a un generale veterano della guerra in Siria
Il generale Alexander Dvornikov, veterano della guerra in Siria, guiderà l’esercito russo in Ucraina con l’obiettivo di raggiungere “qualche successo” prima del 9 maggio, giorno in cui la Russia celebra la vittoria della Seconda Guerra Mondiale. Lo riferisce il sito The Kyiv Independent, citando anonime fonti occidentali.

Ore 0.31 - Rischio di attacchi russi, coprifuoco a Odessa nel weekend
Le autorità hanno imposto un coprifuoco nel fine settimana a Odessa, in Ucraina, a causa della minaccia di attacchi missilistici. In un post su Facebook, l’amministrazione militare regionale ha affermato che il coprifuoco sarà in vigore dalle 21 di sabato fino alle 6 di lunedì, ora locale, ha riferito Bbc. L’annuncio arriva dopo gli attacchi missilistici nella regione la scorsa notte, che hanno provocato un numero imprecisato di vittime, secondo il portavoce regionale Serhiy Bratchuk. Nonostante gli attacchi, le autorità ucraine affermano di non aver visto finora alcun segno che le forze russe stiano preparando un’operazione di sbarco dal Mar Nero.

Ore 0.25 - Il patriarca di Costantinopoli: profondo rammarico per le parole del patriarca Kirill
Il patriarca ecumenico Bartolomeo durante l’udienza concessa a un gruppo di giovani studenti accorsi a Fanar, ha dichiarato con fermezza che nessun problema o questione nel mondo può essere risolto attraverso lo strumento della guerra. L’unica via per affrontare e risolvere i problemi è il dialogo e «ne sono convinto - ha aggiunto - che se avessero scelto la via del dialogo avrebbero trovato sicuramente una soluzione». I russi hanno fatto male - ha aggiunto Bartolomeo - ad invadere l’Ucraina. Il patriarca di Costantinopoli ha anche espresso il suo profondo rammarico per le prese di posizione del patriarca di Mosca Kirill, poiché quest’ultimo si è identificato così tanto con le posizioni del presidente russo Vladimir Putin da definire come «guerra santa» l’invasione dell’Ucraina.

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