Guerra nucleare, jet e navi militari: in Taiwan (contro la Cina) e Corea del Nord la doppia crisi che allarma gli Usa

Rilevati un jet e tre navi militari cinesi nelle acque intorno all'isola nelle ultime 24 ore. E Kim risponde alle esercitazioni congiunte

Taiwan e Corea del Nord, la doppia crisi: Usa contro Cina e Kim tra minacce nucleari e jet militari
Taiwan e Corea del Nord, la doppia crisi: Usa contro Cina e Kim tra minacce nucleari e jet militari
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Giovedì 6 Aprile 2023, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 19:14

La tensione in Taiwan che coinvolge Cina, Stati Uniti (e ovviamente la stessa Taiwan) non è certo una novità. Ma nelle ultime ore, dopo la visita della presidente di Taipei Tsai negli Usa, si è arricchita di un nuovo capitolo: sono stati rilevati un jet e tre navi militari cinesi nelle acque intorno all'isola di Taiwan nelle ultime 24 ore. Lo stesso ministero, nella tarda serata di ieri, ha detto che la portaerei cinese Shandong ha attraversato il Canale di Bashi e le acque a sudest di Taiwan, dimostrando - secondo i media di Pechino - di essere «completamente pronta per le operazioni in mare aperto e per salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale della Cina». Le forze armate taiwanesi, ha assicurato il ministero della Difesa nella sua nota, «hanno monitorato la situazione e incaricato aeronautica, marina e i sistemi missilistici terrestri di rispondere a queste attività». La Cina, dopo l'incontro Tsai-McCarthy, ha minacciato una risposta «risoluta» contro «gli atti di collusione gravemente sbagliati tra Stati Uniti e Taiwan», assicurando l'adozione di misure «per salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale». Secondo Pechino, la questione di Taiwan è la «prima linea rossa invalicabile» nelle relazioni sino-americane. Il Mainland Affairs Council di Taipei, il massimo organo decisionale dell'isola sui rapporti con la Cina, ha accusato Pechino di «ostruire» il commercio e «intensificare le tensioni» nello Stretto di Taiwan con ispezioni in loco su navi mercantili e passeggeri, in base al rafforzamento dei pattugliamenti nelle acque che separano le due parti senza fornire ulteriori dettagli. «Si tratta di una chiara violazione dell'accordo di navigazione nello Stretto e della pratica marittima che avrà un grave impatto negativo sul normale traffico tra le due sponde», ha affermato il Council in una nota. McCarthy, quanto all'incontro, ha rassicurato Tsai che i legami con gli Usa sono forti, sottolineando l'importanza delle relazioni bilaterali per la libertà economica, la pace e la stabilità nella regione. Nessuno dei due leader ha menzionato la Cina nelle osservazioni pubbliche congiunte, anche se i colloqui di Los Angeles hanno rappresentato una nuova sfida nelle già tese relazioni tra Washington e Pechino.

La visita di Tsai negli Usa

Per Washington solo una visita privata, un banale transito, per la Cina una provocazione inaccettabile. L'incontro a Los Angeles tra la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen e la terza carica dell'amministrazione americana, lo speaker della Camera Kevin McCarthy, il primo negli Stati Uniti da oltre 40 anni, ha fatto infuriare Pechino e rischia di deteriorare ulteriormente i rapporti, già molto tesi, tra le due superpotenze. «Per aver la pace bisogna essere forti», ha dichiarato la leader di Taipei al termine dell'incontro con il repubblicano alla Ronald Reagan Library alle porte di Los Angeles.

Tsai ha sottolineato l'impegno della sua isola «a mantenere lo status quo in modo pacifico» ringraziando il Congresso americano per l'appoggio. «Insieme siamo più forti. Il sostegno americano dimostra che non siamo soli, non siamo isolati».

McCarthy da parte sua ha sottolineato che «l'amicizia tra l'America e il popolo di Taiwan non è mai stata così forte» e ha assicurato che gli Stati Uniti rispetteranno gli impegni presi nei confronti dell'isola che la Cina considera proprio «territorio inalienabile». Il viaggio negli Usa della a leader di Taipei, che la Cina considera proprio «territorio inalienabile», di ritorno da una missione in Guatemala e Belize, è il secondo in pochi giorni. A fine marzo Tsai ha incontrato a New York il massimo rappresentante democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, e un gruppo bipartisan di senatori, per ribadire «il comune impegno ai valori democratici», ma è il colloquio con McCarthy ad aver irritato di più le autorità cinesi. Meno provocatorio della visita a Taiwan di agosto della ex speaker, la democratica Nancy Pelosi, il faccia a faccia organizzato dall'esponente è comunque il primo su suolo Usa da quando le due parti ruppero le relazioni ufficiali nel 1978. L'amministrazione di Biden da giorni lavora per gettare acqua sul fuoco assicurando a Pechino che nella visita della presidente «non c'è nulla di straordinario». «Non è una visita ufficiale, non c'è motivo che la Cina reagisca nel modo sbagliato», ha sottolineato la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. «Non c'è niente di strano nel fatto che la presidente di Taiwan viaggi negli Stati Uniti o incontri membri del Congresso americano», ha insistito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, chiarendo di non poter confermare le attività militari cinesi nello Stretto.

 

«Non c'è niente di nuovo nelle relazioni tra le autorità taiwanesi e gli Usa, tutti i presidenti di Taiwan sono transitati dagli Usa a un certo punto, la nostra posizione non è cambiata e continuiamo a credere nella politica della "Cina unica"», ha ribadito Antony Blinken ammonendo Pechino di non sfruttare questi viaggi come «una scusa per aumentare le tensioni e cambiare lo status quo. L'obiettivo è sempre di avere pace e stabilità nello stretto di Taiwan», ha aggiunto il segretario di Stato americano. Sta di fatto che la Cina ha avviato un'operazione «di pattugliamento e ispezione nella parte centrale e settentrionale» dello Stretto. Secondo Guancha, portale nazionalista di Shanghai, durerà una settimana anche se non è chiaro quante navi siano coinvolte oltre alla Haixun 06. «La Cina è fortemente contraria al fatto che gli Stati Uniti autorizzino il transito di Tsai Ing-wen sul loro territorio e anche all'incontro con lo speaker della Camera Kevin McCarthy, la terza carica dello Stato Usa», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, accusando Washington di «grave violazione del principio della "Cina unica" e di minarne seriamente la sovranità e l'integrità territoriale».

L'altro fronte orientale: la Corea del Nord

Il fronte orientale che tiene in allarme gli Stati Uniti è anche quello della Corea del Nord. Le esercitazioni militari congiunte di Usa e Corea del Sud in corso spingono la regione «sull'orlo di una guerra nucleare». È quanto scrive l'agenzia nordcoreana Kcna in un commento di un «analista di sicurezza internazionale», Choe Ju Hyon, che contesta le manovre, considerate un «fattore scatenante per portare la situazione nella penisola coreana al punto di esplosione». «La spericolata isteria da confronto militare degli Usa e dei loro seguaci contro la Corea del Nord sta portando la situazione nella penisola coreana verso una catastrofe irreversibile», si legge nell'articolo diffuso da Pyongyang che continua ad alimentare i timori della comunità internazionale con i suoi test missilistici. In questo contesto si inseriscono le esercitazioni militari degli Usa con l'alleata Corea del Sud. Secondo il ministero della Difesa di Seul, ieri gli Stati Uniti hanno inviato nella regione per esercitazioni aeree un bombardiere strategico B-52H. Di recente le forze navali Usa sono state impegnate in esercitazioni navali congiunte con la Corea del Sud e il Giappone.

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